TREVISO - Tenere i negozi chiusi la domenica per risparmiare sui costi energetici. E’ l’idea lanciata da Alberto Irone, segretario provinciale del sindacato di categoria Filcams Cgil, per fronteggiare il caro bollette che sta mettendo in crisi anche il settore del commercio e dei pubblici esercizi. Per i rappresentanti delle imprese del terziario trevigiano di Confcommercio, tuttavia, una proposta simile deve essere discussa negli opportuni tavoli istituzionali e, soprattutto, compiendo una valutazione più ampia delle ricadute sui servizi a disposizione di cittadini e turisti. Necessari anche nei giorni festivi.
IL PROBLEMA
Nei giorni scorsi proprio l’associazione imprenditoriale aveva lanciato un ulteriore grido d’allarme per l’escalation dei prezzi di elettricità e gas (oltre che delle materie prime), e aveva annunciato l’esposizione in vetrina delle bollette proprio per far dimostrare il peso sempre meno sostenibile dei rincari.
IL RIPOSO
Il leader della Filcams, infatti, guarda anche al tema del riposo festivo: «Ci affacciamo a mesi complessi, sostegni e correttivi valgano per il mondo dell’impresa, come per quello del lavoro, mettendo in campo aiuti per il settore e sottoscrivendo un buon rinnovo del contratto collettivo nazionale. Si riapra una riflessione, anche sul nostro territorio, sulla questione delle aperture domenicali e della conciliazione vita-lavoro».
LA RIFLESSIONE
Dania Sartorato, presidente dell’Unione provinciale di Confcommercio, tuttavia, invita ad una valutazione più approfondita: «Ben vengano le proposte, ma vanno portate al tavolo con le parti sociali e anche le amministrazioni locali». Al di là della questione di metodo, la leader degli imprenditori del settore ricorda come il tema abbia molteplici implicazioni:«Innanzitutto le aperture festive sono regolate da normative e accordi appositi: proprio per questo occorre confrontarsi anche con le istituzioni. Non solo, rispondono ad esigenze sociali ed economiche, che vanno anche oltre il tema delle bollette, a partire dal servizio offerto a residenti e turisti». Insomma, proprio mentre il turismo pure nella Marca sta trainando la ripresa post pandemia, si rischierebbe di trovarsi con centri storici e paesi senza un bar o un negozio attivo in giorni di grande afflusso. E così, per risolvere un problema, se ne creerebbe un altro altrettanto grave. Per questo, conclude Sartorato, «il caro energia va affrontato in modo strutturale a livello governativo».