CONEGLIANO (TREVISO) - Dopo tre mesi di indagini gli inquirenti hanno incastrato l'uomo che lo scorso novembre aveva sequestrato e violentato due ragazzine di appena 13 anni.
LA VICENDA
I fatti contestati risalgono alla sera dell'11 novembre scorso. Stando alle indagini, le due ragazzine, che lo conoscono da tempo, si erano recate a casa sua. L'uomo le avrebbe attirate in garage con una scusa e, di fatto, le avrebbe sequestrate. Per una notte intera le avrebbe tenute in quell'alcova e, a turno, avrebbe abusato di loro. Secondo il racconto delle giovani, il 45enne le avrebbe liberate soltanto il giorno successivo. I genitori delle giovani, allarmati per non aver visto le figlie tornare a casa a dormire, nel frattempo avevano chiamato le forze dell'ordine per denunciarne la scomparsa. L'allarme era poi rientrato quando le due 13enni erano tornate a casa nel pomeriggio del 12 novembre. Ma a quel punto la denuncia da fare era un'altra.
IL RACCONTO
Le due ragazzine hanno infatti raccontato quello che avevano vissuto, e la polizia è passata dal dover indagare per un allontanamento volontario a portare avanti un'indagine per violenza sessuale su minore. Gli agenti hanno preso nota della ricostruzione dei fatti fornita dalle vittime e qualche giorno più tardi, con il via libera della magistratura che nel frattempo aveva aperto un fascicolo sul caso, si sono presentati a casa dell'operaio notificandogli un avviso di garanzia e procedendo con la perquisizione della sua casa. Una volta entrati in garage, i poliziotti hanno messo sotto sequestro un computer (lo stesso che l'uomo avrebbe utilizzato per far guardare alle ragazzine dei filmati pornografici), il materasso che aveva messo in garage, alcuni fazzoletti e altro materiale utile alle indagini. Durante la perquisizione sono stati anche eseguiti dei rilievi specifici da parte della scientifica, e i campioni prelevati sono stati poi analizzati. Ci sono volute settimane per avere dei risultati precisi, ma dalle tracce ematiche rinvenute nell'alcova è stato isolato il dna di una delle ragazzine. Una prova giudicata schiacciante dall'autorità giudiziaria che ha infatti ottenuto che l'operaio, a distanza di tre mesi dai fatti, finisse dietro le sbarre.