Malato di slot manda in rovina la ditta:
in tre anni persi quasi 500mila euro

Mercoledì 17 Luglio 2013 di Giuliano Pavan
Malato di slot manda in rovina la ditta: in tre anni persi quasi 500mila euro
TREVISO - Nei giro di tre anni ha svuotato le casse della sua azienda, mandandola in fallimento, per giocarsi tutti i soldi alle slot machine. Una patologia compulsiva, riconosciuta sia dai giudici che dal professor Meneghel che lo ha sottoposto a perizia psichiatrica, che non ha evitato a un 54enne di Oderzo di rimediare una condanna a un anno e dieci mesi di reclusione, pena sospesa, per l'accusa di bancarotta fraudolenta.



In udienza preliminare il legale dell'uomo, l'avvocato Stefano Zoccarato, aveva presentato la richiesta di giudizio abbreviato condizionato alla perizia psichiatrica dell'imputato. Richiesta che venne rigettata e che costò all'uomo il rinvio a giudizio. Il collegio del tribunale di Treviso l'ha però accolta nel corso del dibattimento, facendo emergere una realtà diversa da quella di una semplice bancarotta. Come sottolineato sia dall'avvocato Zoccarato che dal professor Meneghel, l'imputato (sposato e padre di tre figli) aveva una capacità di intendere e di volere lievemente scemata nel periodo dei fatti contestati, che però non lo ha reso non imputabile o non capace di sostenere un processo. Ma la stessa perizia ha stabilito la patologia compulsiva per il gioco d'azzardo che lo ha portato a sperperare il patrimonio dell'azienda che gestiva assieme alla moglie (anche lei inizialmente finita sotto inchiesta, poi archiviata quando emerse la realtà dei fatti).



Stando a quanto contestato dalla procura di Treviso il 54enne, che era il titolare di un'impresa di pulizie, a cominciare dal 2007 avrebbe iniziato a giocare d'azzardo. Nulla di illegale visto che si recava al casinò di Ca' Noghera e si sedeva per ore di fronte alle slot machine. Prima qualche modesta vincita, poi però le sconfitte. E la perdita di denaro. E sarebbe stato proprio in questo momento, a fine 2008, che la patologia si sarebbe manifestata nel voler a tutti i costi recuperare le somme andate in fumo. Così avrebbe iniziato a svuotare le casse dell'azienda recandosi al casinò in pratica ogni giorno (come documentato dalla stessa casa da gioco che per legge tiene conto degli ingressi effettuati).



In tre anni il 54enne avrebbe speso quasi 500mila euro, mandando in rovina l'attività. La sua ditta venne dichiarata fallita il 22 marzo 2010, quando scattò l'indagine per bancarotta della procura in seguito alla relazione del curatore fallimentare. L'uomo, sostenuto dalla famiglia, ha nel frattempo intrapreso un percorso di riabilitazione che fino a qualche tempo fa non era previsto, in quanto il gioco d'azzardo non veniva considerata una vera e propria malattia.
Ultimo aggiornamento: 18 Luglio, 11:44 © RIPRODUZIONE RISERVATA
Potrebbe interessarti anche
caricamento

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci