Muore nel suo lettino a 5 mesi: mamma lo
aveva messo a dormire, lui aveva sorriso

Mercoledì 19 Giugno 2013 di Lina Paronetto
TREVISO - Morto nel suo lettino, a nemmeno cinque mesi. In vicolo Piave, a Salettuol di Maserada (Treviso), alle 7 di ieri mattina, le sirene dell'ambulanza hanno rotto il silenzio della borgata nel disperato tentativo di soccorrere il piccolo Lorenzo Denis, nato il 24 gennaio. Mamma Maura Fuser l'aveva appena trovato esanime in culla. Il bambino non respirava più: era ancora tiepido, morto da pochi minuti. Lei e il marito Mirco hanno fatto di tutto per rianimarlo. I paramedici del Suem non hanno potuto fare altro che constatare che non c'era più nulla da fare. Una morte bianca, senza spiegazioni. Nessuna avvisaglia della tragedia che si è consumata ieri. Lorenzo era nato sano, nessuna malformazione, nessuna patologia. Aveva cominciato anche a mangiare qualche pappa.



«Stava bene anche stamattina (ieri, ndr) - racconta la zia Elisa, sorella di Mirco - la mamma era salita in camera da lui poco prima per mettergli il ciuccio. Non era ancora ora del latte». Lorenzo le aveva sorriso. «Dai - gli aveva detto dolcemente Maura - dormi ancora un po’, non è ora di giocare».



Il papà gli aveva girato il cuscino, per farlo stare più fresco. Poi i genitori erano scesi giù. Stavano facendo colazione in cucina. Con loro anche il fratellino maggiore di Lorenzo, Emanuele, che ha compiuto un anno a marzo. Un quarto d'ora e Maura è risalita da Lorenzo per portargli il latte. Trovandolo ormai senza vita. Attimi di disperazione, subito la chiamata al 118 e l'arrivo pochi minuti dopo dell'ambulanza.



Lorenzo era stato battezzato poche settimane fa dal parroco don Mirco Moro, che ieri è andato a trovare i genitori. Parla di un dolore profondo, don Mirco, ma anche di due genitori che stanno vivendo lo strazio più grande con coraggio. Una famiglia di agricoltori, i Denis. Il papà Lino, poi Mirco. Trentadue anni e una passione per il lavoro della terra. E l'amore per Maura, che di anni ne ha 31. Il matrimonio, poi l'arrivo di Emanuele. E subito l'altra gravidanza, per dare un fratellino al primogenito. Una tragedia che manda in frantumi una felicità fatta di cose semplici e vere, di affetti autentici.



«Non sappiamo davvero farcene una ragione - conclude Elisa - non ci sono i presupposti per farcela». Sul corpicino non verrà eseguita l'autopsia. In giornata verranno fissati i funerali che saranno celebrati nella chiesa parrocchiale di Maserada.

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