SPRESIANO - Una famiglia problematica. Un ambiente degradato dove la legge della violenza, anche solo verbale, è l’unico sistema conosciuto per educare e correggere. È questa, in sostanza, l’accusa che è stata rivolta dalla Procura a due nonni, 75 anni lei, 78 lui, difesi dall’avvocato Enrico Villanova, che hanno patteggiato due anni, pena sospesa, per maltrattamenti nei confronti della nipote minorenne che viveva in casa con loro, insieme alla madre.
La Cartabia
Ma c’è un risvolto, tragico e grottesco insieme, che la nuova legge Cartabia mette in luce.
La vicenda
A tornare a ritroso si ricostruisce la vicenda che vede i due nonni ospitare la figlia, rimasta incinta nella loro casa di Spresiano. Nasce la nipote nel 2003 che però, a loro dire, è un po’ troppo allegra. Così i nonni provano a correggerla e utilizzano maniere decisamente forti. Anzi, violente. La minacciano e le puntano il coltello, la insultano con la facilità con cui respirano, la aggrediscono con mestoli da cucina e bastoni. Le lasciano segni di morsi, ceffoni e pugni. La nipote, appena può, scappa e va a vivere con il suo ragazzo in un’altra città. Ma il procedimento va avanti. Viene acquisita anche la testimonianza della mamma. E per i nonni arriva il momento della sentenza. L’avvocato Villanova contesta le aggravanti che potrebbero essere applicate a un delitto, quello dei maltrattamenti, che prevede già di per sè pene severe che vanno dai 3 ai 7 anni di reclusione. Aggravanti applicabili eprchè i maltrattamenti sono stata perpetrati nei confronti di una minore. Il giudice dell’udienza preliminare Carlo Colombo, pubblico ministero Mara Giovanna De Donà, concede le attenuanti generiche, date dal fatto che i maltrattamenti sono cessati in quanto la nipote ha cambiato indirizzo. Arriva la pena di 3 anni che, per il rito scelto, cioè il patteggiamento, viene riconteggiata a 2 anni. Pena sospesa. Ma per la sospensione è tutta un’altra storia. Ancora tutta da scrivere.