È arrivata davanti al municipio di Cimadolmo in bicicletta da corsa, scortata da una decina di mini corridori di mountain bike dello Stabiuzzo, guidati da Filippo, solo 5 anni. Soraya Paladin, l’atleta azzurra della Liv Racing lo scorso 25 luglio ha corso a Tokyo, alle Olimpiadi, la prova su strada; pedina fondamentale della nazionale italiana che ha permesso a Elisa Longo Borghini di conquistare il bronzo. Un abbraccio di popolo quello ricevuto da Soraya, originaria di Ormelle e che ha mosso i primi passi in bici con la Rinascita Ormelle.
L'EMOZIONE
Soraya si è “sacrificata” per la causa azzurra. «Quello era il mio compito - risponde davanti al pubblico di Cimadolmo che la ascoltata in religioso silenzio -. Bisognava portare a casa il risultato. Io sarei dovuta entrare nelle fughe. E’ stata comunque un’emozione grandissima prendere parte alle Olimpiadi e vivere questo evento; è il sogno per tutti gli atleti. Abbiamo corso una gara straordinaria ma ricevere tutto questo affetto dal mio paese mi ha resa ancora più orgogliosa di quello che quanto sono riuscita a fare. E ringrazio tutti per l’affetto e il sostegno. Da chi mi ha seguito con il maxischermo ai tanti amici che ci hanno dimostrato il loro calore. A proposito di calore, le Olimpiadi sono state una gara strana, c’era tanta umidità ma la nostra testa non doveva mollare. Si doveva resistere alla fatica e alle insidie del percorso. Insomma un pezzettino di medaglia è anche mio. I prossimi impegni? Corro a fine mese a Plouay poi a settembre ci saranno gli europei e i mondiali, attendo le convocazioni. Potrebbe esserci un’altra sorpresa».
L'AUTOGRAFO
Al termine della consegna di targa e fiori, l’amministrazione comunale di Cimadolmo ha fatto autografare a Soraya uno dei tanti tabelloni che verranno fissati lungo le strade sul territorio comunale con il disegno della fascia di rispetto del metro e mezzo tra automobili e ciclisti. «Ho visto troppa gente morire sulle strade, in sella ad una bicicletta - racconta Chiara Lovat, vicesindaco -. E’ arrivato il momento che ci sia il massimo rispetto per chi si muove in bici non solo per divertimento ma anche per lavoro. La bicicletta è un mezzo ecologico, non consuma, non rovina l’ambiente e fa bene alla salute. Quindi è giusto che si rispetti chi sceglie di muoversi su due ruote. E non lo dico solo da giudice di gara internazionale».
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