TREVISO - Meno di due anni fa era in un letto della Stroke Unit dell’ospedale di Padova a causa di una trombosi ischemica. Ha passato due settimane in Terapia intensiva. E ieri, mercoledì 16 giugno, Rachele Scarpa, 23 anni, si è vaccinata contro il coronavirus nel centro di Ponte di Piave. Senza timori. «Capisco bene la paura e la preoccupazione. E voglio provare a rassicurare tutti –spiega dopo l’iniezione– personalmente, dopo quando ho vissuto alla fine del 2019, rappresento esattamente il profilo che oggi viene considerato a rischio. Ma la scelta prudente di non somministrare AstraZeneca alle persone con meno di 60 anni è stata fatta proprio per tutelare noi.
SCELTA SICURA
Dopo le nuove indicazioni del comitato tecnico-scientifico nazionale, non viene più somministrato AstraZeneca agli under 60. Anche chi ha già ricevuto la prima dose, ora effettuerà il richiamo con Pfizer o Moderna. Rachele ieri ha ricevuto proprio quest’ultimo siero anti-Covid. «Spero che la pandemia ci abbia insegnato il valore della cura –sottolinea la 23enne, ex riferimento della Rete degli studenti medi e candidata alle ultime elezioni per il consiglio regionale con il Pd– in questi mesi di prudenza, distanziamento sociale e limitazioni, io sento di aver fatto la mia parte e di essermi presa cura della collettività. Anche vaccinarsi è un atto di cura. Verso sé stessi, ma soprattutto verso gli altri». Tutti sono chiamati a fare la propria parte. In questo senso, Rachele guarda anche alle persone con più di 60 anni. Fino a questo momento nell’Usl della Marca non sono stati registrati particolari problemi relativi al rifiuto della vaccinazione eterologa (fatta con due vaccini diversi tra la prima e la seconda dose). La speranza è che continui così.
L’INVITO
«Ho fiducia che tutti gli over 60 avranno cura di noi e sceglieranno di proteggerci e proteggersi, vaccinandosi – conclude Rachele – informiamoci, facciamo domande, leggiamo tanto, perché con la confusione di questi giorni tutti i dubbi sono legittimi, ma non facciamoci scoraggiare: abbiamo già visto quanto male può fare questo virus, soprattutto ai più anziani, che rappresentano la fascia più a rischio. Ma non solo. Questo virus fa male anche alla nostra salute mentale, all’economia e a chi lavora, così come agli studenti, che sono rimasti chiusi in casa, hanno studiato attraverso la didattica a distanza e hanno rispettato tutte le restrizioni. Oggi vedo la luce in fondo al tunnel. E vi assicuro, è una bella vista».