Avvocatessa uccisa, i Ris sul percorso
dell'omicidio con l'amico di jogging

Mercoledì 18 Settembre 2013
Giorgio Ortis e la vittima Silvia Gobbato
UDINE - L'arma del delitto ancora non si trova. L'assassino di Silvia Gobbato neppure. La seconda giornata di indagini sull'omicidio della praticante legale di 28 anni, accoltellata ieri mentre faceva jogging lungo l'ippovia del Cormor, alle porte di Udine, proseguita con attivit febbrili da parte degli investigatori, tornati sul luogo del delitto fin dal primo mattino.



Insieme a loro c'era anche Giorgio Ortis, il figlio dell'avvocato Gianni, da cui la vittima aveva fatto la pratica legale, amico della ragazza con cui aveva allacciato una frequentazione e con cui era andato a correre anche ieri, in pausa pranzo.



Il ragazzo, coetaneo di Silvia, è stato iscritto nel registro degli indagati. «Un atto dovuto», ha sottolineato subito il Procuratore capo di Udine Antonio Biancardi, spiegando che «al momento non abbiamo indizi tali da poter incriminare qualcuno». La sua iscrizione è stata fatta a notte fonda per poter eseguire alcuni accertamenti sulle mani del giovane, una prova simile allo "stub" per lo sparo, allo scopo di capire se avesse tracce o se potesse indossare i guanti. Non è emerso nulla. Così come dalla prima analisi degli abiti e delle scarpe che Giorgio indossava al momento del ritrovamento del corpo della ragazza.



Insieme ai carabinieri del Nucleo investigativo di Udine, affiancati anche dai colleghi del Ris di Parma, Giorgio Ortis ha ripercorso il tracciato seguito ieri. Giorgio e Silvia erano arrivati insieme sul posto, con l'auto della ragazza. Ci sono i testimoni che li hanno visti partire insieme. Poi Giorgio, come ha raccontato fin dal primo momento, l'ha staccata per fare il suo percorso. L'ha re-incrociata sulla via del ritorno. «L'ha salutata - ripete l'avvocato Rosi Toffano, difensore di Giorgio - poi ha fatto l'allungo finale e si è fermato ad aspettarla. Non vedendola arrivare è tornato a cercarla e ha trovato un altro passante che l'ha avvisato di aver rinvenuto un corpo. Era sotto choc, stava per svenire, non riusciva neppure a digitare i numeri sul cellulare. Tanto che poi il passante si è offerto di chiamare. Il mio cliente è del tutto estraneo alla vicenda. Siamo a disposizione degli inquirenti per qualsiasi necessità».



«Abbiamo ricostruito quanto accaduto almeno in 45 minuti, fra le 13 e le 13.48, ora in cui è arrivata la telefonata che ha lanciato l'allarme», ha aggiunto Biancardi precisando anche che «la ragazza non aveva subito pregresse azioni persecutorie».





La zona è stata battuta dai carabinieri anche con l'ausilio del Soccorso alpino e di un cane molecolare, l'unico del Friuli Venezia Giulia, alla ricerca delle tracce dei podisti che sono giunti per primi sul luogo dell'omicidio, Ortis e l'uomo che ha lanciato l'allarme, alla ricerca di conferme del loro percorso. Un elicottero dell'arma, con a bordo i Ris di Parma, si è levato in volo per cercare tracce dell'assassino, che potrebbe essere fuggito per i campi. «Abbiamo molte tracce da verificare. Non lasciamo nulla di intentato», ha aggiunto Biancardi, spiegando che solo nelle prime ore dopo il delitto erano già stati ascoltati 17 testimoni, tra i passanti e i conoscenti di Silvia.





I rilievi e il cane molecolare







I militari dell'Arma hanno già passato al setaccio anche l'abitazione che la ragazza divideva a Udine insieme al fratello, alla ricerca di indizi utili che possano fare luce sull'accaduto. «Per ora - ha concluso Biancardi - non emergono pregresse azioni persecutorie nei suoi confronti». Intanto, per domani mattina è prevista l'autopsia.





Il Ris di Parma

Ultimo aggiornamento: 7 Aprile, 22:04 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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