Rossosch, cippo degli alpini divelto e sfregiato dai russi: la Z vergata sui mattoni

Sabato 16 Aprile 2022 di Maurizio Bait
Rossosch, cippo degli alpini divelto e sfregiato dai russi: la Z vergata sui mattoni
1

UDINE - Non bastava aver danneggiato, sfregiato e nascosto i simboli degli Alpini sul ponte di Nikolajevka, lungo il corso del fiume Valuji, costruito dalle Penne nere con i materiali donati dalla pordenonese Cimolai in segno di fratellanza dopo l'immane sofferenza della Seconda guerra mondiale. No, non bastava: ignoti nazionalisti russi, impregnati di una propaganda di regime che taccia per fascista qualsiasi persona o cosa al di là delle frontiere della Federazione di Mosca e dei suoi vassalli, ieri hanno distrutto anche il cippo posto dagli Alpini nel 1993 davanti l'Asilo del Sorriso, costruito sempre dai volontari dell'Ana a Rossosch, dove nel 42 durante la spedizione dell'Armir ebbe sede il comando del Corpo d'Armata alpino.

Il cippo ha subito anche lo sfregio di una Zeta bianca disegnataci sopra: è l'ormai celebre simbolo delle truppe d'invasione russa in Ucraina.


NAZIONALISMI
Una vicenda che non si connota, a questo punto, soltanto come cieca ostilità in luoghi che furono di morte e divennero in seguito di fraterna amicizia. C'è dell'altro: una caparbietà nazionalistica cieca a tal punto da distruggere anche il simbolo e il significato di quel cippo: un omaggio a tutti i Caduti del Secondo conflitto mondiale, con tanto di simboli stilizzati del cappello alpino e della stella rossa dell'Armata sovietica di Stalin. Lo spirito che ha animato la costruzione dell'asilo e del relativo cippo viene, del resto, testimoniato con parole esplicite dalla targa posta dagli Alpini sul cippo medesimo: Da un tragico passato un presente di amicizia per un futuro di fraterna collaborazione. Ormai, di fraterno, resta soltanto lo sconcerto della popolazione locale, che molto ha gradito il regalo delle Penne nere: una struttura moderna capace di ospitare ben 180 bambini, pagata e materialmente costruita dai volontari dell'Ana nel 1993. Ma ora sembra che da quelle parti il mondo vada alla rovescia, che l'orchestra della vita sociale stia eseguendo una partitura grottesca e inaudita.


SCONFORTO
Sentimenti di sofferenza e sgomento nel cuore degli Alpini, eredi legittimi di coloro che combatterono nell'inferno bianco del Don, lasciandovi in larga misura le giovani vite. Non si fa attendere la reazione dell'Ana: il presidente nazionale, Sebastiano Favero, parla di «amarezza e sconforto» come «primi sentimenti che provo davanti alle immagini che ci arrivano da Rossosch». Questo perché «penso allo slancio, alla caparbietà e alla generosità con cui i nostri Reduci di Russia avevano voluto realizzare simboli permanenti di pace e fratellanza in quelle terre che erano state funestate dalla guerra». L'Ana ha aggiunto Favero è «portatrice di messaggi di conciliazione, solidarietà e convivenza civile, che manifesta sempre attraverso interventi concreti, fedele al suo credo di onorare i morti aiutando i vivi». Quella degli Alpini in congedo è proprio «un'operazione di memoria storica secondo il presidente - che è fatta soprattutto di uomini, portata avanti pensando sempre alle generazioni future, che non dovrebbero più subire gli errori del passato». Ma è pur vero che resti sempre valido l'assunto di Hegel: «Purtroppo la storia fatica ad essere maestra e questo è davvero triste», conclude infatti Favero. Resta una minima considerazione finale: hanno sfregiato il ponte di Nikolajevka, poi hanno divelto e ingiuriato il cippo davanti all'Asilo del sorriso. Tuttavia l'asilo da 180 posti non è stato toccato: quello se lo sono tenuto stretto. Ma non è un asilo fascista?

Ultimo aggiornamento: 15:49 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci