​Flavia, ostessa di confine: dal banco
alla spesa in valle per chi non può

Sabato 2 Gennaio 2016 di Paola Treppo
Flavia
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FAEDIS (Udine) - Si alza ogni giorno molto presto, scende in centro, a Faedis, compra i giornali, il pane fresco e tutto quello che serve agli abitanti di Canebola, che non possono raggiungere i negozi. Rientra con la spesa e apre il bar-alimentari della piazza, “La Taverna”. Si chiama Flavia Simonitto, ha 61 anni, è nata a Strambino, vicino a Ivrea, e da decenni vive in questo un borgo della montagna “povera” del Friuli, di confine, dove gestisce quello che è diventato un vero e proprio punto di riferimento per i suoi 80 abitanti. La generosa ed energica, l’ostessa è una sorta di istituzione, tanto da dare popolarmente il nome all’esercizio pubblico, che è diventato “Da Flavia”. «Questo bar ha di certo più di cento anni - dice seduta a un tavolino all’aperto -; basta guardare il gradino di ingresso, più consumato delle pietre della via Appia Antica».
 
Qui tutto parla di storia, di tradizione e di volontà stare uniti, in comunità. «Ci sono dei veri e propri oggetti vintage, come il cartellone pubblicitario in lamiera della Birra Moretti, quello originale, di mezzo secolo fa, con il baffone. E l’insegna del telefono pubblico, sempre rimasta nello stesso punto». Flavia è arrivata a Canebola da Strambino, con il padre Callisto Petrigh, quando era ragazza: «lui, per diversi anni, ha gestito il Cral, al tempo un luogo importantissimo per i residenti; era il 1972. Il lavoro e l’ambiente mi sono subito piaciuti tanto che poi, quando papà si è ritirato, ho portato avanti la gestione». Da 18 anni a questa parte la Simonitto conduce “La Taverna” dove, oltre al bar, è attivo anche un piccolo punto vendita alimentali, l’unico della frazione, a 669 metri di altitudine.
 
«Molte persone, specialmente quelle anziane, non hanno l’automobile e sono in difficoltà quando devono fare la spesa o andare a comprare le medicine. In questo senso la mia presenza è importante. La porta dell’osteria è sempre aperta e la disponibilità ad aiutare massima. Anche quando il locale è chiuso per turno di riposo le persone sanno che sono in casa e che, se bussano, mi vedono arrivare dopo poco». Le amiche di Flavia, al tavolino con lei, confermano la cortesia della 61enne: «svolge un servizio sociale importante, dà una mano a tutti. Non potremmo fare a meno del suo buon cuore».

Mamma originaria di Buja, l’ostessa tutto fare ha due figli che però non porteranno avanti la gestione de “La Tarverna”: «sono in affitto, il locale non è di proprietà, ed è difficile riuscire a far quadrare i conti alla fine del mese. Bisogna arrangiarsi in tutto e adattarsi, sperando in bene. C’è da dire, tuttavia, che in paese sono tanti i giovani che hanno scelto di rimanere a vivere qui, con la loro famiglia, tanto che la frazione è sempre stata rallegrata delle voci dei bambini».
 
Con l’apertura dei confini e l’ingresso della Repubblica di Slovenia in Schengen il passaggio di turisti è aumentato ma gli affari, per Flavia, sono rimasti sempre gli stessi: «tanti i ciclisti, i camminatori, chi passa in auto e in moto.

Ma pochi si fermano». 

Ultimo aggiornamento: 3 Gennaio, 10:22 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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