"Barbanera", il Comune ha cancellato
l'ordinanza anti-accattoni/ Foto

Mercoledì 10 Luglio 2013 di Elisio Trevisan
Alcuni mendicanti (foto archivio)
VENEZIA - Ad aprile del 2008 l’allora sindaco Massimo Cacciari firm un’ordinanza anti accattonaggio: vietava ai mendicanti di sistemarsi su ponti, in cimiteri, ospedali e davanti a caserme e banche, e soprattutto lungo i percorsi pi frequentati del centro storico, delle varie municipalit e del centro di Mestre, dalla stazione ferroviaria fino a Corso del Popolo e via Forte Marghera e, oltre, fino a Carpenedo.



Per i trasgressori era prevista una multa da 500 euro e la confisca degli oboli ricavati dalla questua. Quell’ordinanza non può essere più modificata perché è stata eliminata nell’ambito di una modifica del Regolamento di polizia municipale effettuata circa un anno e mezzo fa. In quell’occasione c’era il centrodestra che spingeva per provvedimenti più severi e le ali più a sinistra del centrosinistra, come la lista "In Comune", che chiedevano di togliere tutto, comprese altre ordinanze frutto del lavoro dell’ex assessore al Decoro Augusto Salvadori. Vinse quest’ultima posizione.



A Mestre sgomberati due campi abusivi dei "barbanera": Guarda le foto



Oggi l’assessore all’Ambiente, Gianfranco Bettin, punto di riferimento per "In Comune", sostiene che contro i "barbanera" si devono usare il foglio di via e l’imputazione di associazione a delinquere. «Quell’ordinanza credo fu eliminata - dice Bettin - perché sostanzialmente inutile, nel senso che quelle multe non le pagava nessuno, o pochissimi. E quei pochi non erano certo i "barbanera". Un’ordinanza poi che poteva rappresentare anche un alibi per l’amministrazione comunale: metto le multe, mobilito i vigili e siamo a posto. Ma non è così, visto che come detto quella ordinanza si è rivelata inefficace. Quindi se vogliamo veramente eliminare il problema bisogna introdurre degli strumenti veramente adeguati. E l’unico modo è quello di rispedirli a casa».



Per il vicesindaco Sandro Simionato l’unica soluzione efficace è di andare a monte del problema e lavorare su due fronti: «Siglare patti con i Governi dei Paesi di provenienza di queste persone, perché nel momento in cui c’è qualche motivo certificato dalle Questure, e questi individui vengono impacchettati e rimandati a casa, il giorno dopo i loro Governi non ce li rimandino indietro. Ciò che preoccupa non sono i lavoratori croati che prendono 400 euro al mese, ma le persone provenienti dall’interno che vivono in situazioni di forte marginalità. E quelli che vengono in Italia dall’Est più profondo, vissuti nel terrore dei regimi tipo quello di Ceausescu, secondo voi hanno paura dei nostri carabinieri? È difficile ma è una strada da perseguire assolutamente, e in secondo luogo servono norme nazionali che garantiscano la tenuta. In sostanza bisogna provare a mettere in campo tutto ciò che si può mettere in campo per rasserenare il clima in città. A nessuno fa bene creare ostilità, poi però si sa cosa prevede e consente la legge e siamo punto e a capo». L’alternativa è quella attuale o peggio. «Noi da soli possiamo solo fare contenimento di una situazione costantemente emergenziale, esasperando i climi nelle città che già sono difficili da vivere in questo momento».
Ultimo aggiornamento: 7 Aprile, 21:34 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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