Guerriglia urbana tra tunisini e bengalesi per uno smartphone rubato

Lunedì 6 Maggio 2024 di Giulia Zennaro
Via Roma a Mestre, dove si è verificata la rissa

MESTRE -  Guerriglia in pieno centro a Mestre, a poche centinaia di metri dal liceo Franchetti.

Nel tardo pomeriggio di sabato, intorno alle 19, all’altezza dei giardini adiacenti alla scuola primaria “Silvio Pellico”, si è scatenata una violenta rissa tra due gruppi composti da almeno una quarantina di giovanissimi, alcuni addirittura minorenni. 


LA DINAMICA
Uno smartphone sottratto a un ragazzino il pretesto della lite, che è in breve tempo degenerata attirando in strada frotte di giovanissimi, armati di bastoni, cinture e, giura qualcuno, forse anche di armi da fuoco. C’è chi sostiene di aver sentito almeno tre colpi, anche se nessuno avrebbe attinto il ragazzino selvaggiamente picchiato dal branco. Nel tardo pomeriggio di domenica si sono scontrate due bande, una di tunisini e l’altra di bengalesi; colpisce l’età dei partecipanti alla rissa, tutti o quasi con meno di vent’anni. Non c’entrano, duque, i regolamenti di conti all’interno della comunità bengalese, con all’origine motivazioni economiche, che avevano tenuto col fiato sospeso Mestre per settimane, a ridosso della fine del Ramadan. Qui a scontrarsi sarebbero stati giovanissimi stranieri e per il più futile dei motivi: sottrarre un telefono alla vittima designata. 


«PICCHIATO SELVAGGIAMENTE»
«Ho sentito urlare, almeno due o tre colpi come di pistola e ho visto una ventina di ragazzi scappare verso Corso del Popolo - racconta il dipendente di una pizzeria che si trova in via Roma, a poche decine di metri dal parchetto luogo dell’aggressione -. Sono uscito in strada perché ho sentito dei ragazzi gridare “Aiuto, aiuto”. Ho visto questo ragazzino, avrà avuto diciassette o diciotto anni, che scappava. L’avevano riempito di botte, aveva la maglietta completamente strappata sulla schiena ed era pieno di sangue e segni di percosse. Ho visto che altri ragazzini lo seguivano e cercavano di portarlo via da quelli che volevano picchiarlo, ma l’hanno raggiunto e hanno ricominciato a dargliele di santa ragione sotto i miei occhi. I suoi amici mi hanno chiesto aiuto, così mi sono messo in mezzo e l’ho tirato via dalla mischia. Ho cercato di disperdere quelli che lo avevano aggredito e volevo trattenerlo fino all’arrivo della polizia ma lui è tornato in direzione dei giardini, da dove provenivano gli aggressori, forse per recuperare il telefono. La polizia è arrivata subito, dopo neanche un quarto d’ora, ma erano già scappati tutti. Gli ho indicato dove era andato il ragazzo ferito, ma lui non c’era più». Un’aggressione lampo, durata pochi minuti ma che ha messo a ferro e fuoco un angolo di Mestre che, subito dopo, è tornato alle consuete attività della domenica pomeriggio. Nel parchetto della rissa i tanti giovani bengalesi che giocano a pallone dicono di non aver visto niente. «Siamo appena arrivati», dicono con lo sguardo basso.

Ultimo aggiornamento: 17:23 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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