ERACLEA (VENEZIA) - Si chiama Marco Lo Faro. Sarà lui a mettere mano al portafogli per pagare quei 50 euro della multa che il Comune di Eraclea gli ha recapitato. Del resto è stato proprio lo stesso Marco Lo Faro ad ammettere di aver portato la batteria di fuochi d'artificio in via Sarpi per festeggiare il ritorno a casa di Luciano e Adriano Donadio.
Del resto chi abita dalle parti di via Sarpi non aveva potuto fare a meno di notare questo piccoletto, sui quarant'anni, sempre vestito come un figurino, che entrava ed usciva da casa Donadio. A volte lo avevano visto anche in giro in compagnia del figlio più piccolo, Claudio, l'unico della covata che non ha avuto guai con la Giustizia e che, dopo l'arresto del padre e del fratello, si è preoccupato delle incombenze familiari, compresa quella di tenere i contatti con gli avvocati di papà e fratello. Aiutato e sostenuto da Marco Lo Faro, ufficialmente commerciante di pellets, che in questi ultimi 4 anni è diventato uno dei punti di riferimento dei Donadio, alle prese, inevitabilmente, con la necessità di far fronte a tante spese pur in presenza del sequestro di tutti i beni.
E Lo Faro sicuramente ha dato una mano così come risulta essersi preoccupato di aiutare la famiglia Donadio pure quel concittadino che ha tentato di salvare la barca di Donadio, la "At least", che era ormeggiata sulle rive del Revedoli. Se n'è fatto carico, spostandola a sue spese e accogliendola nello spazio acqueo di sua proprietà, in attesa di chissà che, un signore di Eraclea che non aveva cuore di lasciar andare in malora quella barca a cui Donadio teneva tanto. E così, appena uscito dal carcere dopo quattro anni, Luciano Donadio dimostra di avere una rete di sostenitori e di sponsor che si preoccupano di rendergli meno amara la vita. Anche a costo di pagare una multa per i fuochi d'artificio, che tanta allegria hanno portato in casa Donadio. E solo i soliti maligni hanno il coraggio di sostenere che i casalesi stiano già ritessendo la tela degli affari nel ricco Veneto Orientale dove quelli che sono rimasti in libertà ancora abitano e lavorano.
È vero che si sono inabissati, nel senso che non li si è più visti in piazza a prendere ordini, tra il bar Udinese e la sala scommesse Snai dei Donadio, ma è altrettanto vero che ci sono ancora e che ancora lavorano. Un appalto qui e uno là, senza dare nell'occhio e soprattutto senza sgomitare visto che il vuoto che si è creato dopo l'arresto di Luciano Donadio, di Raffaele Buonanno e di Antonio Pacifico, è stato via via riempito da altre "ditte", in particolare da uomini legati alla ndrangheta, che hanno sempre avuto e ancora hanno - un punto di forza a Caorle e che solo dopo il 2019 hanno iniziato a mettere il naso anche ad Eraclea. Insomma quel che dicono i fuochi d'artificio per i quali Marco Lo Faro pagherà una multa di 50 euro è che la storia continua e quello iniziato la notte dei "botti" è solo un altro capitolo.