Chioggia. L'incendio in casa, un 23enne di passaggio il primo a lanciare l'allarme: «Ho gridato alla signora di buttarsi»

«C'era una quantità enorme di fumo. L'ho vista alla finestra, stava chiedendo aiuto» ha aggiunto il giovane

Lunedì 25 Marzo 2024 di Monica Andolfatto
Il 23enne Kevin Varagnolo

CHIOGGIA (VENEZIA) - «È successo tutto in fretta. Non hai tempo per pensare. Ho alzato la testa e ho visto delle mani sporgere dalla finestra al secondo piano. Era la signora. Mi è sembrato anche che dicesse aiuto, con un filo di voce. So solo che le ho gridato buttati, ma lei non si è buttata, poi più nulla».

A parlare è Kevin Varagnolo, 23 anni. È stato lui il primo a dare l'allarme segnalando l'incendio che sabato sera attorno a mezzanotte e mezza si stava sviluppando al civico 1443 di via Roma, in pieno centro a Sottomarina, di fronte alla chiesa di San Martino. Ed è stato lui il primo a tentare di prestare soccorso a Gianni Boscolo Scarmanati, 64 anni, alla moglie Luisella Veronese, di 59, e al loro secondogenito Davide, di 27, uccisi dal fumo che aveva già saturato le camere dove stavano dormendo.

Ad aiutarlo anche Umar Munir, 30 anni, pakistano di origine, titolare del kebab K2 attiguo alla casa a tre piani della famiglia Scarmanati. «Li conoscevavo tutti - dice -, erano bravissime persone. Con Davide sin da quando sono arrivato in Italia, 14 anni fa, abbiamo fatto le scuole assieme. Lo avevo visto ieri (sabato, ndr) verso le 18, passava sempre a salutarmi. Era buono e gentile come la signora Luisella e anche Gianni. Una tragedia, una grande tragedia». È stato lui a telefonare anche al primogenito della coppia, Fabio, che risiede a pochi passi e che si è precipitato in strada, incredulo.

Non sa spiegarsi come tutto questo sia potuto succedere. Le fiamme sono divampate al piano terra nel locale un tempo adibito a cucina e ora trasformato in taverna con il caminetto e la stufa. Ma, da quanto emerso, non c'era nulla di allacciato alla corrente. Fra le ipotesi al vaglio, un guasto all'impianto elettrico, un surriscaldamento, quale causa che possa avere innescato la scintilla iniziale. Il fuoco è divampato poi velocemente, trovando alimento anche nel materiale di legno e nelle superfici di plastica. Il vero killer che ha sterminato l'intera famiglia è stato il fumo denso e acro che si è sprigionato e che incanalandosi attraverso il vano scala, facilitato dal fortissimo calore, ha trasformato lo stabile in una sorta di camera a gas che non ha lasciato scampo alcuno agli inquilini.

FUMO ASSASSINO

«Ce n'era una marea di fumo, una quantità enorme - continua Varagnolo -, non potete immaginare. È stato il fumo che mi ha fatto desistere quando mi sono arrampicato sulle inferriate fino alla ringhiera del terrazzino al primo piano, cercando di raggiungere la signora.

A un certo punto c'è stato uno scoppio e io sono stato investito in pieno dalla zaffate che mi hanno stordito, tanto che sono precipitato a terra. Poi sono arrivati i pompieri e i carabinieri e ci siamo affidati a loro. Purtroppo tutti gli sforzi non sono serviti».

Varagnolo lavora come secondo pizzaiolo nel ristorante Levitiamo che si trova nella piazzetta sul retrom dell'abitazione degli Scarmanati. Si è accorto del fuoco quando stava rincasando, terminato il turno.
«È entrato gridando di chiamare il 115, di far uscire tutti i clienti e di staccare il gas - aggiunge Munir - Anche Kevin è un mio cliente abituale. Ho preso l'estintore e sfondato la porta di ingresso a spallate, abbiamo tentato di spegnere le fiamme ma ormai era troppo tardi. Non rispondeva nessuno».

Giuseppe Laverà è il funzionario di guardia del Comando provinciale di vigili del fuoco di Venezia: «Questi ragazzi hanno dimostrato coraggio e senso civico. E hanno rischiato la vita. La loro telefonata immediata ci ha consentito di intervenire in maniera tempestiva, il distaccamento di Chioggia non è lontano. La situazione era già compromessa. Gli operatori impegnati sono stati 18, una squadra si è data da fare per spegnere le fiamme e abbassare la temperatura, l'altra, indossati gli autorespiratori, è salita per recuperare le persone. Due erano in camera da letto, una in bagno. Una volta all'esterno ci siamo dovuti arrendere al fatto che erano tutti morti». Sul posto c'è anche il capitano dei carabinieri Maurizio Tomaselli: «Lo stabile è sotto sequestro: troppo presto per stabilire cosa sia successo».

Ultimo aggiornamento: 11:13 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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