Mestre, quelle tre colonnine elettriche dove si può fare il pieno gratis all'auto

Mercoledì 9 Febbraio 2022 di Fulvio Fenzo
Mestre, quelle tre colonnine elettriche dove si può fare il pieno gratis all'auto
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MESTRE - C'è chi si sveglia alle 5 di mattina, scende in garage, accende la Tesla da (almeno) 60mila euro e la porta in piazza Barche, oppure in via Einaudi o piazzale Donatori di sangue. E la piazza lì per farsi la ricarica gratis, collegandola ad una delle tre colonnine elettriche del Comune. Una levataccia che, però, è giustificata dal risparmio per il proprio portafoglio. Anche se il conto della bolletta arriva poi a Ca' Farsetti, e pesa sulle tasche di tutti.


IN FILA PER UN POSTO

Sembra incredibile, specialmente in questi mesi in cui i costi energetici sono schizzati in alto, ma è proprio così. E se non sono le lussuose Tesla, a godere delle ricariche gratis sono gli altri utilizzatori di vetture elettriche che fanno la fila per accaparrarsi uno dei sei posti (due per colonnina) sempre disponibili in centro città.
Installate cinque anni fa grazie ad un finanziamento di 76mila euro arrivato dal Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, le tre colonnine (che non sono quelle di EnelX arrivate successivamente, dove si può ricaricare la batteria dell'auto ecologica con tessere prepagate o con addebito su carta di credito) hanno il logo del Comune e un QrCode che, una volta scansionato, sblocca l'erogatore di corrente e fa partire la ricarica.

Tutto senza chiedere nemmeno un centesimo di euro, perché l'iniziativa risale al 2017 quando, di auto ecologiche in città, ce ne saranno state sì e no una decina, e bisognava promuovere la mobilità non inquinante.


LA SCOPERTA

«Sono io stesso un possessore di auto elettrica - racconta G.L., lettore del Gazzettino -. Si tratta di una situazione paradossale dove il Comune paga con le tasse dei cittadini le ricariche che pochi fortunati (peraltro sempre gli stessi) effettuano completamente gratis alle stazioni di ricarica presenti a Mestre. Io che vedo quotidianamente la situazione noto che sono sempre i soliti cinque o sei possessori di auto dal valore non inferiore a 50mila euro che ricaricano ogni giorno gratis, tanto il conto dell'elettricità lo paghiamo noi contribuenti. Mi sembra un pessimo modo per incentivare la mobilità elettrica, quello di garantire a pochi fortunati abbienti ricariche gratis mentre gli altri pagano per usare l'auto. E tenete presente che ogni auto sta collegata per ore impedendo agli altri l'accesso, data la lentezza della ricarica».


IL GIALLO

Del resto le tre colonnine sono ormai preistoria, ma funzionano ancora pur se a bassa tensione. Su ognuna compare un numero verde da chiamare che corrisponde a quello della Covedi, la società che gestisce l'illuminazione pubblica. «Se sappiamo chi paga? Non ne abbiamo idea - rispondono da Covedi -. Noi non c'entriamo più nulla da tempo, cioé da quando ci hanno tolto l'incarico». E non c'entra niente nemmeno la Scame, altra ditta che ha solo fornito la tecnologia ma che compare seguendo l'indirizzo web stampato sulle colonnine. Insomma, a quanto pare le tre colonnine dovrebbero essere morte da tempo, pare almeno da un anno, ma in Comune nessuno ha provveduto a staccare il collegamento elettrico consentendo ai furbetti di continuare ad utilizzarle. E il conto che paga Pantalone - cioè il Comune, cioé noi - non sarebbe indifferente, visto che oggi si viaggia su 0,40 euro a kilowatt e, facendo due conti, per ricaricare in due ore una Smart elettrica si spendono quasi 20 euro. Moltiplicando questo per tutti quelli che ne hanno approfittato ne potrebbe uscire una bella cifretta. «Stiamo provvedendo a verificare cos'è successo» dicevano ieri dal Comune, facendo capire che le ricariche gratuite hanno ormai i giorni contati. Ma G.L. ha una proposta: «Non avrebbe più senso, soprattutto in piazza Barche, sostituire le colonne gratis con stazioni di ricarica ultra fast ovviamente a pagamento per garantire a tutti l'accesso alle ricariche in mezz'ora?».

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