VENEZIA - I posti per i musulmani in cimitero sono terminati. In dieci anni, infatti, lo spazio messo a disposizione dal Comune, all’interno del camposanto di Marghera, è praticamente al completo. «Siamo grati all’amministrazione per averci assegnato nel 2014 un terreno per le sepolture con rito islamico, ma ormai ci sono rimasti solo quattro o cinque posti - spiega Sadmir Aliovski, presidente della comunità islamica veneziana - abbiamo sollecitato più volte il Comune e il sindaco, abbiamo anche inviato un’idea di progetto».
RAMADAN
Che la comunità islamica veneziana sia cresciuta lo dicono i numeri: sono circa 20mila i musulmani all’interno del Comune di Venezia (di cui circa la metà, 8-10mila, sono bengalesi), 50mila in provincia. Ieri il primo giorno di ramadan. «Quest’anno è un digiuno un po’ particolare, diverso dagli altri - continua Aliowski - per via dei due conflitti in atto, a Gaza e in Ucraina. Abbiamo deciso di dedicare spiritualmente il nostro digiuno a chi sta soffrendo. Questo, per noi, è un modo per essere più vicini a loro».
I CENTRI
In città sono sette i centri di preghiera: sei sono gestiti dalla comunità bengalese e uno da quella turco-macedone. A Marghera (dove peraltro in via Lazzarini c’è anche la sede della comunità islamica) c’è il centro più grosso, in via Monzani, e un altro più piccolo alla Cita. A Mestre le sale per la preghiera sono cinque. Tre in via Torino e laterali (una in via Linghindal, sempre di bengalesi, e quella turco macedone, che riunisce circa 2.500 persone, di via Paganello). A livello provinciale, invece, si contano 24 centri culturali islamici: fuori città si trovano a Quarto d’Altino, a Spinea, in Riviera del Brenta, a San Donà e uno nel Portogruarese.
Il Ramadan si chiuderà indicativamente intorno al 10 aprile (la data non è ancora certa perché dipende dai cicli lunari) con la tradizionale “Eid al Fitr”, la festa (Eid) di fine (Fitr) digiuno. Negli anni l’evento, che chiama a raccolta centinaia di fedeli, si è tenuto nei parchi della città: San Giuliano, Piraghetto, Catene. Quest’anno, invece, dovrebbe tenersi all’interno della sede di via Lazzarini. «La fine sarà in piena primavera, è troppo alto il rischio maltempo - conclude Aliovski - in questo modo saremo sicuri di poter avere un’alternativa al coperto».