MESTRE - Tram fermo almeno 15 giorni. La doccia fredda è arrivata ieri, proprio mentre sembrava che il problema potesse andare a risoluzione. E, invece, è stata una delle ulteriori video ispezioni eseguite in mattinata, su richiesta del Comune, a mettere in luce che il “buco” creatasi in via San Donà tra sabato e lunedì scorso è dovuto al cedimento di una parete della camera di ispezione del collettore fognario.
DOCCIA FREDDA
«Non ci voleva. Il tram dovrà restare fermo almeno 15 giorni», ha annunciato, sconsolato, l’assessore alla Mobilità Renato Boraso che contava di riattivare il servizio entra questo fine settimana. Così non potrà essere: dopo giorni di ricerche, ipotesi, dubbi, verifiche, che hanno coinvolto tecnici e operai di Comune, Avm, Veritas e Italgas, con un’analisi scrupolosa di tutti i sottoservizi che corrono sotto le rotaie, finalmente è spuntata la verità. Impensabile, come pareva 48 ore fa, poter chiudere il buco con una gettata di terra e cemento per rafforzare la piattaforma e riaprire il traffico in entrambe le direzioni. Finché non sarà effettuata la riparazione giocoforza dovrà restare il senso unico alternato regolato da semafori. Resta ferma sia la linea T1 Venezia-Favaro che transita proprio per via San Donà; sia la T2 Mestre-Marghera, perché tutti i convogli a sera devono comunque rientrare al deposito del capolinea di via Monte Celo e quindi passare per via San Donà.
TRAFFICO BLOCCATO
Dove, nel frattempo, i disagi per il senso unico alternato si fanno sentire soprattutto nelle ore di punta. Ieri pomeriggio, per esempio, attorno alle 17, mentre il cantiere è stato chiuso, si è formata un’unica coda lunghissima che arrivava quasi all’altezza della rotonda per Favaro. La zona è densamente popolata, ci sono tanti negozi e la strada è un’arteria principale della viabilità cittadina.
POZZETTI TOMBATI
L’assessore Boraso si scusa per i disagi, ma si toglie anche qualche sassolino: «Evidentemente qualcosa non è stato fatto proprio a regola d’arte. Un cedimento del genere, tre metti sotto terra, stava lavorando da qualche tempo. Faremo tutte le indagini del caso, per rimettere tutto in sicurezza. Ci complica il fatto che alcuni pozzetti di ispezione siano stati tombati, i lavori saranno realizzati il più velocemente possibile». La pioggia di questi giorni non ha aiutato, anzi forse ha dato il colpo di grazia. Lo stop al tram durerà almeno due settimane. Almeno, perché se ci fossero altre sorprese, i tempi potrebbero allungarsi. Al loro posto continuano a funzionare gli autobus sostitutivi doppi messi in campo da Actv. La fermata Pasqualigo è stata spostata di un centinaio di metri più avanti. Anche ieri tante persone, a ogni ora, hanno affollato le pensiline, ma le code inevitabilmente incidono anche sulla puntualità dei transiti dei mezzi rispetto alle tabelle orarie esposte.