San Donà, pazienti violenti contro medici e infermieri: «Subito presìdi di polizia negli ospedali, non si può aggredire chi salva vite umane»

Mercoledì 20 Marzo 2024 di Fabrizio Cibin
San Donà, pazienti violenti contro medici e infermieri: «Subito presìdi di polizia negli ospedali, non si può aggredire chi salva vite umane»

SAN DONÀ - Ripristinare i posti di polizia nei pronto soccorso. La proposta arriva dalla Cisl Venezia all'indomani del report dell'Ulss4 che ha registrato un preoccupante aumento del 55% delle aggressioni, fisiche e verbali, ai danni del personale degli ospedali del Veneto Orientale, in particolare dei Pronto Soccorso. Dalle 79 aggressioni del 2022 si è passati alle 122 dello scorso anno. Da qui le reazioni: dalla Cisl per il ripristino dei posti di Polizia, alla Cgil Metropolitana di Venezia, che chiede al direttore generale, Mauro Filippi, di denunciare, a nome dell'azienda, chi aggredisce i lavoratori, al senatore di Fratelli d'Italia, Raffaele Speranzon, che invoca la certezza delle pene. «Siamo molto preoccupati - commenta Tommaso Gaspari, coordinatore provinciale sanità pubblica e privata della Cisl Venezia - per l'aumento dei casi di violenza verbale e fisica; purtroppo non siamo stupiti, perchè si tratta di una deviazione culturale che affligge tutto il Paese.

Ma non dobbiamo abituarci a questa situazione e considerarla normale». Per Gaspari bene le iniziative sulla prevenzione e i protocolli con le forze dell'ordine, ma non basta. «Come Cisl crediamo che, come sta succedendo in altri Pronto Soccorso d'Italia, dove si stanno ripristinando i posti di polizia, sia opportuna la presenza, se non degli agenti, almeno di guardie giurate per garantire l'ordine». Posto di Polizia che, fino a qualche anno fa, era attivo all'ospedale di Jesolo, durante l'estate, in collaborazione con il Commissariato di Polizia.

OLTRE LA PREVENZIONE

Qualcosa di più della prevenzione lo chiede anche Marco Busato, segretario generale Fp Cgil. «Sta diventando pericoloso lavorare all'interno delle strutture sanitarie dell'Ulss4 e non ci sembra che la direzione stia mettendo in campo azioni per tutelare i lavoratori e far cessare le aggressioni». Ai lavoratori Busato ha espresso la solidarietà e la vicinanza. «Non possiamo non denunciare - continua - come queste situazioni siano alimentate dalla carenza di personale. Come Fp Cgil abbiamo denunciato più volte questa emergenza e la mancanza di attenzione da parte del direttore generale. Un quadro sicuramente grave e sul quale avevamo chiesto un confronto: oggi quel quadro si è ulteriormente aggravato con due aggressioni a settimana; abbiamo chiesto interventi che possano tutelare i lavoratori facendoli sentiti protetti dalla loro azienda».

LA PROPOSTA

Da qui la proposta. «Chiediamo al direttore generale di denunciare, a nome dell'Ulss, chi aggredisce i lavoratori. Bisogna che la gente capisca che non può aggredire personale che salva vite umane». Sulle aggressioni è intervenuto, dunque, anche il senatore di FdI, Speranzon. «Ben venga l'idea della campagna informativa ed educativa per limitare questi episodi, ma non bisogna dimenticare che il problema delle aggressioni non solo verbali, ma anche fisiche, che riguarda tantissime categorie della pubblica amministrazione e non solo. Purtroppo questa situazione è esasperata da chi continua a disegnare il dipendente pubblico come un dipendente pagato direttamente dall'utente e, quindi, ha tutto il diritto di pretendere a priori l'impossibile». Bene la campagna di sensibilizzazione sul tema delle aggressioni, ma per Speranzon «senza la certezza della pena non c'è la paura di commettere certi reati che, alla fine, dal punto di vista legale, spesso si chiudono con un nulla di fatto, ma lasciano segni profondi su chi li ha ingiustamente subtiti e contribuiscono a far crescere quel senso di malessere ed impotenza davanti ai soprusi che stanno minando e cambiando in peggio la nostra società».

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