MESTRE - Save ha preteso dalle compagnie aeree 17 milioni di euro in più di diritti aeroportuali per l'anno 2020.
L'ACCORDO
I diritti e le tariffe aeroportuali sono quelle che il gestore dello scalo, ossia Save, incassa in base ad un Accordo di programma stipulato con Enac, rinnovato nel 2012: le compagnie aeree pagano, tra l'altro, per imbarco passeggeri, imbarco e sbarco merci, sicurezza sia per bagagli sia per viaggiatori, sosta degli aeromobili nei parcheggi, utilizzo dei finger (i pontili che collegano l'aereo con l'aerostazione), banchi dei check-in. Tutto nasce da una serie di rilievi dell'Anac, l'Autorità nazionale anti corruzione, e dell'Enac riguardo, in particolare, ai lavori per l'ampliamento dell'aerostazione in base al Piano di investimenti di Save per rispondere ai previsti aumenti di voli e passeggeri nei prossimi anni. Gli atti vennero trasmessi all'Art, l'Autorità di Regolazione dei Trasporti, autorità amministrativa indipendente italiana di regolazione e garanzia, istituita da un decreto legge nel 2011, tra i cui compiti rientrano anche la definizione delle condizioni minime di qualità dei servizi di trasporto e dei contenuti minimi dei diritti degli utenti nei confronti dei gestori. L'Art, dopo aver sentito nuovamente Anac ed Enac e pure Save, a febbraio del 2021 ha concluso il procedimento adottato nei confronti del gestore del Marco Polo adottando un provvedimento di sospensione dei diritti aeroportuali relativi all'anno 2020 per una cifra complessiva che, appunto, è di quasi 17 milioni di euro. Save è ricorsa al Tar del Piemonte ma i giudici le hanno dato torto, per cui ha fatto appello al Consiglio di Stato che il 25 gennaio scorso lo ha definitivamente respinto.
LE CONTESTAZIONI
Scendendo nei particolari, le contestazioni sulle tariffe applicate e ritenute inammissibili riguardano quattro fattispecie: un importo di 4.550.000 euro relativo all'ampliamento del terminal T1 e riferibile all'annualità 2017; uno di 10.288.433 euro, oltre ad attività supplementari per 1.232.211 euro, per l'affidamento dei servizi di ingegneria del lotto 2 dell'ampliamento del Terminal; alcuni costi definiti "maggiori oneri a carico del gestore sia passeggeri che aeroportuale" e "costi incrementali del lavoro per servizio di sicurezza" per 1,9 milioni (circa 376.000 euro annui) e 265.000 euro per i diritti 2020, che sono stati inseriti in tariffa da Save senza la previsione di una specifica disposizione normativa o regolamentare; e infine 800.000 euro relativi alle figure professionali che non sono state utilizzate nella gestione caratteristica corrente, quanto piuttosto nella attività da sovraintendere alla realizzazione di opere e recuperati in tariffa due volte. Save ha presentato più memorie e integrazioni e per il solo quarto punto aveva ammesso l'errore e si era impegnata a stornare 800 mila euro con conguaglio alle compagnie nell'ambito dell'elaborazione delle tariffe per il 2021. L'Autorità di regolazione dei trasporti ha disconosciuto la bontà del procedimento seguito da Save per arrivare alla transazione con la ditta appaltatrice riguardo a lavori al Terminal 1, e per l'affidamento di lavori aggiuntivi al contratto originario con il progettista OneWorks per il lotto 2 del Terminal; e ha quindi praticamente scomputato i costi di tali lavori dalla tariffa approvata per l'anno 2020, oltre ad aver bocciato l'aumento dei costi per i servizi di sicurezza.