Il sindaco Luigi Brugnaro si dice tranquillo sul suo futuro: «Terzo mandato? Non ci perdo la notte. La regione? Due anni sono lunghi...»

Sabato 23 Marzo 2024 di Davide Scalzotto
Il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro

VENEZIA - Il terzo mandato sempre più nelle nebbie, il contributo d’accesso a Venezia che parte il 25 aprile tra critiche, osservazioni e approvazioni, le tensioni con l’aeroporto (il gestore Save) e Ryanair sull’addizionale di 2.5 euro alla tassa d’imbarco, le tensioni sulle crociere tra il Porto e Vtp (la società che gestisce il terminal passeggeri). Non che questi anni siano stati una passeggiata di salute, ma per il sindaco Luigi Brugnaro marzo è un mese abbastanza caldo per le tante questioni aperte.

Troppe, per non cercare di fare chiarezza.

Sindaco, palla a terra e piccolo time out. Cominciamo dal terzo mandato. Se la sua esperienza da sindaco finisse nel 2026, a scadenza, dove si vede?
«Non è che non ci dormo di notte. Lo dico con serenità. Io ho cominciato a fare il sindaco nel 2015, prima manco ci pensavo. L’ho fatto perché ero arrabbiato per come veniva governata Venezia. In nove anni ho imparato, abbiamo costruito una classe dirigente nuova, competente, attiva. Io resterò a disposizione, se qualcuno penserà che potrò essere ancora utile. Sennò tornerò a fare quello che facevo prima: le aziende, il basket».

Alla Regione ci pensa?
«Credetemi, è ancora troppo presto. Ci sono due anni, tutto è in evoluzione, abbiamo le amministrative e le europee il prossimo 8 e 9 giugno. Come faccio a rispondere?».

Ma le piacerebbe?
«Non so rispondere, mi creda. Sarebbe una sfida che ora presenta troppe incognite. Zaia ha fatto benissimo, ha attuato progetti che proiettano il Veneto all’avanguardia. Gliene cito due recenti: mi ha affascinato molto il treno magnetico presentato recentemente a Verona e ho ammirazione per come è riuscito a prevenire una catastrofe con le recenti alluvioni grazie alla rapida costituzione dei bacini di laminazione. Una sensibilità per la tutela del territorio che ad esempio abbiamo avuto anche noi con la realizzazione di vasche per acque di prima pioggia a Mestre. Parlo di cose fatte, non di scenari».

Sì, ma le dinamiche nel centrodestra, gli equilibri tra i partiti, la situazione della Lega in Veneto...
«Non ci entro, sono sempre stato al di fuori, tant’è che ho creato un mio partito, Coraggio Italia. Sono libero, fedele alle mie idee liberali e a un principio: fare funzionare un’amministrazione, i progetti, attraverso le persone. Ecco, se oggi ho un obiettivo per il “dopo” è uno solo».

Quale?
«Che il patrimonio di competenze della classe dirigente veneziana non venga disperso. In questi 9 anni ho conosciuto consiglieri, assessori, dirigenti e dipendenti bravissimi, alcuni sono cresciuti con noi. Gente che lavora al di là delle appartenenze politiche, fedele alle istituzioni, alla città e non a una ideologia, che non dice “non si può” ma cerca di trovare la soluzione migliore affinché si possa. Mi lasci citare Giuseppe Chiaia, l’avvocato da poco scomparso. Lui è stato un esempio in questo senso. Vorrei che chi verrà dopo di me a Ca’ Farsetti non disperdesse questo patrimonio».

A proposito di decisioni e progetti, il 25 aprile partirà il contributo d’accesso. Preoccupato? Come affronta le critiche.
«Comprendo le preoccupazioni, non le critiche a priori. È un esperimento, mai prima d’ora era stato fatto qualcosa di incisivo per regolamentare il turismo di massa. Noi ci abbiamo messo la faccia. Funzionerà? Noi pensiamo di sì. Serviranno correttivi? Probabilmente, visto che è un avvio sperimentale. Ma vorrei sapere da chi critica tanto per criticare che certezze ha. Pare che il 25 aprile qualcuno organizzerà una protesta per la casa, proprio il giorno di avvio del ticket, probabilmente per mostrare a tutti che la città non vuole il contributo, ma non è così».

A proposito di ticket, nelle ultime settimane si è riacceso lo scontro con Save per la tassa d’imbarco: 2,5 euro in più per ogni biglietto aereo in partenza da Venezia che il Comune ha introdotto in aggiunta ai 6,5 euro governativi. Save, attraverso il presidente Enrico Marchi, ha criticato duramente questo provvedimento. Ryanair ha fatto sapere che, se non verrà annullato, sposterà voli e base operativa da Venezia. Che valenza dà a questa polemica?

«Non sarà annullato. Posso capire che una tassa non faccia mai piacere. Ma ragazzi, stiamo parlando di 2,5 euro quando per altre destinazioni europee la tassa è ben superiore e non mi risulta tutto questo can can. Abbiamo applicato una disposizione del governo e quei soldi serviranno per la salvaguardia di Venezia, non certo per fare stadio e palasport come dice Marchi. Su questo abbiamo già risposto numeri alla mano. L’impatto sui traffici aeroportuali? Non mi risulta. Il Marco Polo continua a crescere».

E allora dove sta il problema?
«Francamente non so se Save abbia protestato perché spinta da Ryanair o viceversa. La compagnia irlandese è andata in rotta anche col governo e ha dimostrato il suo operato non esitando ad aggiungere costi aggiuntivi per i bagagli o aumentando i prezzi per la mancata consegna di aerei. E si lamenta per 2,5 euro a passeggero... Porta voli a Treviso? Pazienza. Noi abbiamo appena chiuso un collegamento con Doha con la Qatar Airways. Francamente meglio due voli da Doha che uno Ryanair. Noi puntiamo sulla qualità, altri evidentemente sulla quantità».

Save?
«Save ha lavorato bene, lo dico con convinzione. L’aeroporto è cresciuto e personalmente non ho alcun problema con Marchi. Ma anche qui, non capisco tutto questo polverone per i 2 euro e mezzo. Andate a vedere quanto costano i parcheggi dell’aeroporto. E questo incide sulle tasche dei veneti, non di passeggeri stranieri. Sono le loro auto che si servono dei parcheggi di Tessera».

Altre polemiche riguardano il Porto. Vtp (la società del terminal passeggeri, partecipata anche dalla Regione) chiede al Porto il rinnovo della concessione e 5 milioni di compensazione per il calo del traffico dovuto alla pandemia e al decreto 103 del 2021, quello che ha regolamentato il traffico delle crociere e il sistema di attracchi. Così come Ryanair minaccia di portare via gli aerei da Venezia, anche Vtp e le compagnie di crociera paventano l’allontanamento delle navi da Venezia, il declassamento del Porto e la perdita di un settore chiave come quello crocieristico. Che ne pensa?
«Il Comune ne è fuori. Certo è che il commissario delle crociere, Fulvio Lino Di Blasio (che è anche presidente dell’Autorità portuale, ndr) ha subìto un fuoco incrociato di attacchi da Vtp e dalle compagnie. Nel merito, tutti credo siamo preoccupati che il settore delle crociere venga penalizzato e chiediamo che i lavori per attrezzare le nuove banchine e scavare i nuovi canali portuali vengano conclusi al più presto. Ma le critiche a Di Blasio non servono, lui è un commissario e deve muoversi secondo la legge. Risponde al ministero delle Infrastrutture e a nessun altro. E mi risulta che il viceministro Rixi si stia attivando per sentire tutti e trovare una soluzione».

Ma tutte queste polemiche non le danno la sensazione che la coesione del “sistema Venezia” vacilli e che prevalgano altre logiche, gli interessi dei singoli?
«Le istituzioni a livello locale lavorano bene, quando ci troviamo. I rapporti istituzionali sono ottimi e, se devo dire la verità, l’obiettivo comune deve passare sopra a tutto. E così è. Guardi, Venezia sta vivendo un momento di grande rilancio. Stiamo realizzando opere e infrastrutture come mai si era fatto. Penso alla bretella ferroviaria per l’aeroporto, al Bosco dello sport, alla nuova stazione di Mestre e Marghera, alla riqualificazione di aree urbane e a nuovi parchi, alle ciclabili, alla città campus universitario, all’insediamento nel centro storico di Venezia di attività commerciali e professionali non più legate al “mordi e fuggi”, ma alla qualità. Certo, è un processo lento, ma quello che è importante è che abbiamo dato un trend».

Il Comune, con voto del Consiglio comunale, ha chiesto 150 milioni l’anno per 10 anni per rifinanziare la legge speciale. Ancora non si è visto nulla. È fiducioso?
«Più che fiducioso, sono speranzoso. La speranza è che la classe politica veneta riesca finalmente a fare coesione. Al momento non ne vedo tanta».
 

Ultimo aggiornamento: 17:07 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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