Approdi ancora fuori uso dopo l'inferno del 12 novembre, la furia dei residenti

Venerdì 6 Dicembre 2019 di Marta Gasparon Tomaso Borzomì
Approdi ancora fuori uso dopo l'inferno del 12 novembre, la furia dei residenti
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VENEZIA - L'onda lunga dell'acqua alta del 12 novembre si fa ancora sentire. Non solo su tante attività economiche che stentano a ripartire o, addirittura, sono ancora chiuse, ma anche sui servizi a cittadini, come ad esempio nei trasporti. Sono ancora tanti gli imbarcaderi inutilizzabili, perché danneggiati, e il loro ripristino pare ancora lontano. E i residenti non mancano di segnalare disagi e problemi. 
 
È il caso di Sant'Elena, dove la linea 6 è stata sospesa. Lo ha fatto sapere in una lettera Aldo Baffa, chiedendo chiarimenti a riguardo. Una lamentela nata soprattutto in considerazione del fatto che tra i circa 2500 veneziani che vivono a Sant'Elena, molti superano i 70-80 anni. E ricordando anche la «decisa opposizione» con cui una ventina d'anni fa i residenti della zona riuscirono a garantire la fermata nonostante la Giunta dell'epoca si fosse detta contraria. «Auspico sia riattivata urgentemente la fermata di Sant'Elena della linea 6 dice Baffa e di conoscere i motivi di questa decisione». Dalle parole ai fatti. Perché dall'azienda Avm/Actv la risposta è arrivata tempestiva, volta a placare ogni malumore. «A Sant'Elena al momento c'è un solo pontile funzionante e utilizzabile, il D spiegano ripristinato il giorno dopo la marea record per evitare l'isolamento dell'area». Gli approdi A e B sono infatti stati distrutti dalla mareggiata di 187 centimetri e il D normalmente utilizzato per far sbarcare i tifosi che si recano allo stadio li sostituirà finché non saranno conclusi i lavori necessari. A quanto pare piuttosto consistenti. «Al termine assicurano dall'azienda tutto tornerà alla normalità, anche la fermata della linea 6. Ora sospesa poiché di un un unico approdo attualmente si servono più linee: la 1, 4.1, 4.2, 5.1 e 5.2. Stiamo parlando di una corsa ogni 3 minuti, dunque non c'è alcun margine di sicurezza né di programmazione del trasporto pubblico per consentire anche la fermata della linea 6 in entrambe le direzioni». 
GLI ALTRI APPRODIInsomma, i residenti dovranno pazientare almeno fino a inizio 2020 questa è la previsione ma nel frattempo potranno servirsi dell'alternativa linea 5 che, da Piazzale Roma a Sant'Elena, impiega un solo minuto in più rispetto alla 6. Stessa storia per l'approdo Spirito Santo, contestato da Baffo in quanto a suo avviso ben poco utilizzato dai cittadini. «La 6 ferma qui precisano dall'azienda solo perché ora, alle Zattere, c'è un unico pontile agibile dove confluiscono già altre linee». Una decisione alternativa e temporanea, quindi, prima di un ritorno alla normalità che dovrebbe verificarsi già nei prossimi giorni. In una città in cui i danni registrati ai pontili sono stati davvero tanti. E dove In certi casi i tempi di riapertura sono lunghi. «Lido A e B sono stati riaperti - spiega Actv - domani (oggi, ndr) sarà la volta di Zattere e probabilmente Venier, il Redentore ritornerà il 20 dicembre, Biennale entro fine anno, come uno dei due dell'Arsenale, mentre l'Arsenale destro ad aprile. Per Rialto Carbon e Danieli ci vorranno mesi, mentre a Murano faro si deve valutare la possibilità di un provvisorio. In totale, dei dodici impianti gravemente ammalorati, arriveremo a sei nei prossimi giorni».
SANTA MARIA DEL GIGLIOInvece ci vorranno ancora quasi tre mesi per poter nuovamente salire e scendere dal pontile di Santa Maria del Giglio. A lamentare il disagio stavolta è Mirco Gasparini, che lavora in zona e non si dice contento per il protrarsi dei lavori: «Inizialmente l'imbarcadero è stato chiuso dal 12 al 29 novembre per la Salute, un lasso di tempo che già mi pare ampio per i pochi giorni di apertura del ponte votivo. Poi, per manutenzione straordinaria, avevano avvisato che sarebbe stato sospeso fino al 20 dicembre e oggi (ieri, ndr) mi sono accorto che la nuova data è il 29 febbraio». Gasparini si dice amareggiato perché le alternative al Giglio sono distanti e difficoltose, soprattutto per chi va e viene negli hotel, creando difficoltà a dipendenti e clienti: «Per chi lavora e prende servizio alle 5.30 è un disagio non da poco, tocca andare fino a Sant'Angelo o a Vallaresso, se si considera che poi il pontile serve anche l'Alilaguna, quindi il collegamento con l'aeroporto, diventa un danno sia per gli alberghi, ma anche per i ristoranti e le realtà commerciali della zona, oltre che per i lavoratori». Gasparini spiega come non sia corretto far pagare l'abbonamento annuale per un servizio parziale: «Pago 350 euro l'anno e non posso godere del servizio per oltre tre mesi, certo, farsela a piedi per tornare a casa può esser piacevole, ma quando si è stanchi, le cose son diverse. C'è un sentimento di rabbia comune, capiamo l'acqua alta, ma il periodo ci pare troppo lungo. Per non parlare del fatto che già due anni fa si era rilevato un problema simile con una chiusura di circa un mese». 
Da parte di Actv c'è comprensione per il disagio, ma la spiegazione è chiara. Il periodo di sospensione della fermata per la Salute, fa sapere l'azienda, è sempre lo stesso, quello che chiede Insula per fare le operazioni in sicurezza: «Abbiamo poi approfittato della cosa per intervenire sul pontile, ma l'acqua alta ha reso inefficaci gli interventi, quindi si è dovuti operare in maniera più approfondita. Ogni intervento prevede una fase di progettazione e una di realizzazione lavori». Oltre a questo, Actv spiega che lo spettro d'acqua su cui si deve intervenire è difficoltoso, per questo i lavori hanno necessità di esser programmati con tempistiche più lunghe, anche se si augurano di riuscire ad accelerare le tempistiche. 
Marta Gasparon
Tomaso Borzomì
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Ultimo aggiornamento: 10:11 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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