VERONA - Quattro giovani tra i 18 e i 30 anni avrebbero rapito e torturato un ragazzo di 20 anni a Verona. I membri della famigerata baby gang «Qbr» ora sono stati portati in carcere.
Le indagini
L'attività investigativa ha permesso di ricostruire la dinamica dei fatti: la vittima sarebbe stata caricata a bordo di una Mercedes dai quattro indagati, che lo avrebbero trasportato in aperta campagna dove, strappatogli il telefono di mano dopo il suo tentativo di chiedere aiuto alla madre, lo avrebbero trascinato fuori con violenza. Lì, sul terreno, lo avrebbero costretto a denudarsi e a mettersi in ginocchio, legandogli le mani e infilandogli ripetutamente un ago sotto le unghie, per poi farlo alzare e camminare per duecento metri. Infine, lo avrebbero nuovamente obbligato ad inginocchiarsi per prenderlo a calci e pugni mentre uno dagli aggressori, in particolare, lo avrebbe colpito su tutto il corpo con una frusta e un bastone inveendogli contro e minacciandolo.
La resa dei conti
Proprio quest'ultimo giovane - è emerso - sarebbe stato denunciato dalla vittima per estorsione in giugno. Uno degli altri indagati sarebbe stato denunciato nel 2022, sempre dalla stessa vittima, per sequestro di persona e successivamente arrestato dalla Squadra Mobile scaligera insieme ad altri componenti di una baby gang cittadina nota come «Qbr». Secondo gli investigatori si sarebbe trattato, di una vera e propria «resa dei conti» da parte del gruppo di giovani, tutti arrestati e portati nel carcere di Verona.
Salvato da Whatsapp
«Ho approfittato di un loro momento di distrazione e alle 00.10 ho sbloccato il cellulare in modalità aerea e chiamato subito mia madre... in lingua indiana le ho detto di essere in pericolo e le ho mandato la posizione tramite Whatsapp, quindi l’ho cancellato immediatamente...». Così, come riporta il Corrierem si sarebbe salvato il giovane. Grazie a quell’sos e alla localizzazione in tempo reale della vittima, gli agenti sono in poco tempo sul luogo del rapimento, mettendo in salvo il 20enne e arrestando i membri della famigerata «Qbr»