VERONA - Un nuovo trapianto cardiaco a cuore fermo - con donatore deceduto da oltre 20 minuti - è stato eseguito nell'azienda ospedaliera universitaria di Verona. La novità, rispetto al primo intervento con questa modalità effettuato a Padova a metà maggio, sta nel fatto che i chiurughi hanno potuto prelevare dal donatore ormai deceduto anche tutti gli organi toracici e addominali (cuore, polmoni, reni, fegato), reimpiantati poi con successo in 5 pazienti in attesa di trapianto. Dalla prima volta di Padova, sono stati effettuati finora negli ospedali italiani 4 interventi di trapianto a cuore fermo, 2 a Padova, uno a Verona ed un altro a Torino.
Il protocollo applicati dall'équipe veronese è lo stesso messo a punto da Gino Gerosa, cardiochirurgo dell'Università di Padova.
I particolari dell'intervento saranno resi noti lunedì, 26 giugno, nel corso di una conferenza stampa alla quale parteciperanno il rettore di Verona Pier Francesco Nocini, Marco Callisto Bravi, direttore dell'Azienda ospedaliera integrata di Verona, Giovanni Battista Luciani, direttore della sezione di Cardiochirurgia dell'Università di Verona, e Giuseppe Feltrin, responsabile del Centro regionale trapianti.