Il presidente di Assofondipensione, Giovanni Maggi, spera che alla prossima assemblea – prevista entro fine anno – il Governo possa annunciare di aver disposto un nuovo semestre di adesione ai fondi pensione negoziali attraverso la modalità del silenzio-assenso. Così come avvenne nel 2006. Un modo per vedere aumentare in maniera sensibile il numero di iscritti ai fondi, oltre i 3,2 milioni di lavoratori che oggi rappresentano un tasso di adesione assolutamente insufficiente per il sistema della “pensione di scorta”. La previdenza complementare – al netto dei Fondi pre-esistenti, cioè costituiti prima della metà degli anni Novanta, nelle aziende più grandi o più “protette”, come all’epoca gli istituti bancari e altre aziende di grandi dimensioni – ha bisogno di coinvolgere una platea ampia di lavoratori. Se ai Fondi chiusi si aggiungono le adesioni ai fondi aperti assicurativi e ai Pip, si arriva a stento ai 9 milioni di individui. Poco più del 30% dei lavoratori attivi. «Per sfondare queste soglie occorre innanzitutto una forte campagna di sensibilizzazione per promuovere il secondo pilastro. E questi compete allo Stato, al Governo, al Ministero del Lavoro» aggiunge Maggi. «Un nuovo semestre di adesione tramite il silenzio-assenso dei lavoratori contrattualizzati sarebbe utile, ma solo se ci fosse un’adeguata informazione» spiega Mario Vincenzo Cribari, presidente di Fondenergia. Concorda Massimo Giusti, presidente del Fondo Arco, quello dei lavoratori del legno: «Ci si preoccupa spesso, e a ragione delle carenze dell’educazione finanziaria nel nostro Paese, ma ancora peggio è il livello di conoscenza sul fronte dell’educazione previdenziale».
Ultimo aggiornamento: 1 Ottobre, 09:56
© RIPRODUZIONE RISERVATA Le posizioni
Alla fine del 2019, il numero delle posizioni in essere presso le forme pensionistiche complementari si attestava a 9,1 milioni; la crescita nell’anno è stata di 393.000 unità (4,5%). «A tale numero di posizioni, che include anche quelle relative a coloro che aderiscono contemporaneamente a più forme, corrisponde un totale degli iscritti che può essere stimato in 8,3 milioni di individui.I fondi negoziali registrano 159.000 posizioni in più (5,3 per cento), portandone il totale a fine dicembre a 3,161 milioni. Gran parte della crescita – si legge in una nota Covip, l’authority che vigila sul sistema della previdenza complementare in Italia - è appannaggio dei dieci fondi per i quali operano meccanismi di adesione contrattuale: il fondo rivolto ai lavoratori del settore edile ha avuto l’incremento maggiore, seguito a distanza dal fondo territoriale per i lavoratori del Veneto e dal fondo destinato ai dipendenti pubblici; tuttavia, per quest’ultimo le adesioni rimangono modeste rispetto alla platea potenziale». Nelle forme pensionistiche di mercato, i fondi aperti contano 1,551 milioni di posizioni, crescendo di 89.000 unità (6,1%) rispetto alla fine dell’anno precedente. Nei PIP “nuovi”, il totale delle posizioni è di 3,419 milioni; la crescita annua è stata di 144.000 unità per un tasso di variazione (4,4 per cento) che segna un rallentamento rispetto agli anni precedenti. Nei fondi preesistenti le posizioni all’ultima rilevazione disponibile, risalente alla fine di settembre, erano 652.000.