Sub disperso, poche speranze

Martedì 17 Settembre 2019
Sub disperso, poche speranze
CHIOGGIA
Si sono concluse senza esito, anche ieri sera, le ricerche di Luigino Drago, l'appassionato subacqueo adriese di 68 anni scomparso, domenica mattina, nella zona delle Tegnùe, dopo aver tentato di risalire sulla barca a bordo della quale lo attendeva l'amico che lo accompagnava nella sua escursione.
LUNGHE RICERCHE
Fin dalle prime luci dell'alba i mezzi della Guardia costiera (due motovedette e due gommoni) hanno perlustrato la zona della scomparsa dalla superficie del mare e, nel primissimo pomeriggio, a loro si sono uniti i sommozzatori della Questura e dei vigili del fuoco di Venezia. Ma ogni sforzo è risultato vano e, poco dopo le 18, le ricerche sono state sospese, ma riprenderanno oggi, con le stesse modalità, nella speranza di trovare almeno il corpo dello sfortunato sommozzatore che, ben difficilmente, potrà essere ritrovato ancora in vita.
LE ULTIME PAROLE
A diminuire le speranze concorre anche il fatto che, sicuramente, il 68enne ha avuto un malore. «Mi sento male» sono state, infatti le sue ultime parole udite dall'amico che lo aspettava in barca. Luigino era risalito dalla sua immersione pronunciandole, ma non era riuscito a far capire se il malore lo avesse avvertito mentre era sott'acqua, e fosse risalito in fretta per cercare aiuto, o se lo avesse colpito appena riemerso, magari proprio per la frettolosa ascesa in superficie.
In ogni caso, non era riuscito ad aggrapparsi alla barca ed era sprofondato in mare. Domenica lo avevano cercato con elicotteri, motovedette e sommozzatori ma la torbidità delle acque aveva ostacolato qualsiasi avvistamento. Ieri la replica con esito negativo. Se davvero è annegato, e con le bombole indosso, come ha riferito l'amico che lo accompagnava, il corpo potrebbe trovarsi appesantito su un fondale pieno di asperità e il corpo potrebbe non risalire mai più.
TRA TERRA E MARE
Luigino Drago è sempre vissuto tra terra e mare. Operaio, per molti anni addietro, alla fonderia di Adria si era, poi, riciclato come contoterzista, lavorando i campi, suoi e di altri, con le sue macchine agricole, per le quali aveva una vera passione, anche dal punto di vista della funzionalità meccanica, tanto da intavolare grandi discussioni con amici e conoscenti. A fare da contrappeso a questa passione terrestre, quella marina per le immersioni che, però, non gli ha portato fortuna. Il figlio Maurizio, al quale l'aveva trasmessa, infatti, è rimasto vittima, 13 anni fa, a 35 anni, di un incidente simile a quello capitato a lui, dopo un'immersione in una zona (il cosiddetto campo Ada, dove un tempo si estraeva metano) un po' più a nord di quella odierna. E oggi, anche Luigino rischia di essere annoverato tra le vittime della sfortuna e, forse, anche di un qualche grado di imprudenza, nell'aver affrontato un ambiente bellissimo, ma pieno di insidie, come le Tegnùe.
Diego Degan
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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