Vannacci, Salvini rilancia: insieme a Roma per presentare il libro di Matteo

Lunedì 29 Aprile 2024 di Mario Ajello
Presentazione del libro di Matteo Salvini Controvento all’Istituto dei Ciechi di via Vivaio, Milano 25 Aprile 2024 ANSA/MATTEO CORNER

Faranno spesso coppia durante questa campagna elettorale.

In uno spettacolo intitolabile: il Capitano e il Generale. Uno è Matteo Salvini, l'altro è Roberto Vannacci. Siccome nella Lega il militare candidato e capolista (in Italia centrale) lo ha voluto soltanto il segretario del partito, proprio lui - Salvini - in una sorta di «me ne frego» delle critiche dei suoi si è assunto in prima persona il compito di sostenere Vannacci e di portarlo in giro per l'Italia e allo stesso di farsi portare in tour da lui che viene considerato un brand. Sta di fatto che domani, al Tempio di Adriano, luogo a suo modo istituzionale e allo stesso tempo spettacolare, il Capitano (lo ha annunciato lui stesso) e il Generale presenteranno insieme l'ultima fatica letteraria del primo dei due: «Controvento». Preparare i popcorn perché sarà uno spettacolo di mutuo soccorso: Salvini deve dimostrare a tutti che il suo è sempre un «partito leninista» dove comanda e decide il capo, e dunque Vannacci è in campo e su Vannacci garantisco io anche se nessuno mi segue, e Vannacci che è autore di un best seller («Il mondo al contrario») da 250mila copie, fa da tutor specializzato in presentazioni e show librari a Salvini e garantisce al segretario eco mediatica per questo evento perché il generalissimo attira i media come nessun altro in questa fase.

Vannacci: «Giorgetti? Non mi interessa. Mai detto che i disabili vanno separati. Basta pensiero unico». E Salvini presenta il libro con il generale

 

Va in scena insomma un gioco di coppia, con forti motivazioni politico-elettorali e non sarà questa l'unica occasione per vedere i due sullo stesso palco. Uno proclama il suo «me ne frego!» e l'altro annuncia il suo «obbedisco!» al proprio «imperativo morale» che è quello - come ha spiegato ieri in una intervista su YouTube - che lo ha spinto a «impegnarmi per difendere la nostra identità di italiani». E ha aggiunto: «I leghisti mi vedono come un usurpatore? Li capisco, io non sono dei loro. Saranno comunque gli elettori a scrivere il nome sulla scheda a stabilire chi aveva ragione». Sfida tutti il ​​milite. E sfida pura, dopo il caso disabili, Giorgetti? «Le sue parole contro di me? Non m'interessa che cosa pensa Giorgetti».

Vannacci serve a Salvini per avere quell'agognato 3 per cento che potrebbe valere il generale nelle urne e sarebbe decisivo per passare dal 7 al 10 per cento e magari per superare Forza Italia. E comunque, prima che le urne dicano la verità (Vannacci è un campione o una promessa mancata?), le speranze e le paure si concentrano su di lui e ogni parola che viene pronunciata in queste ore a torto oa ragione finisce per essere collegata al nuovo acquisto salviniano. Ieri per esempio Meloni ha detto alla fine del comizio a Pescara, riferendosi alla propria discesa in campo alle Europee: «Mi sono sempre considerata un soldato ei soldati, quando devono, non esitano a schierarsi in prima linea». Non sarà mica - si stanno chiedendo in tanti - un riferimento al generale neo-leghista con cui Giorgia si contenderà, da capolista a capolista, i voti nella circoscrizione Centro?

Vannacci scuote la Lega, gelo di Giorgetti. Il generale prova a difendersi: «Nessuna offesa»

Per domani il problema di Salvini è portare le truppe all'evento romano. Ma Durigon e gli altri esponenti laziali vicinissimi al Capitano (soprannome ormai quasi in disuso) garantiranno le presenze. Nessuno può garantire però alla vigilia l'assenza di possibili contestazioni. Perché ormai a tutti i livelli, in casa Lega, si moltiplicano le dichiarazioni così, alla Fedriga: «Non voterò Vannacci».

IL VENDICATORE
Lui intanto ha osservato ieri: «Ci stanno imponendo un pensiero unico falsificando la realtà e la gente si è rotta le scatole, vuole tornare ai valori originari. Andare controcorrente e fare affermazioni al limite del banale, quindi, fa risvegliare la curiosità e l'interesse di molti italiani». Non si tratta di ragionamento campati per aria. Anzi possono cogliere il sentimento di tutti quelli che si sentono sottomessi dall'ideologia progressista e che magari vedono nel generalissimo del politicamente scorretto (su Europa, immigrati, gay) il loro vendicatore. Gente che sta in tutti gli spicchi dell'elettorato della destra e non solo della destra estrema, e che sta anche nel vasto mondo di chi finora non ha votato. In FdI infatti non viene sottovalutata l'insidia Vannacci. Mentre nella Lega in pochi si fidano di lui e gira questo ritornello: «Ci usa come un carro per andare a Bruxelles e poi ci lascerà».

Ultimo aggiornamento: 11:27 © RIPRODUZIONE RISERVATA