Non c'era documento, compresa la patente, che non riportasse quel nome: Raul Esteban Calderon. Eppure l'identità dell'uomo accusato dell'omicidio di Fabrizio Piscitelli sarebbe falsa.
Diabolik, la camorra e le due pistole: la pista per la fine del Diablo
Il killer tradito dall'ex compagna
Ora gli investigatori hanno avviato le verifiche con le autorità di Buenos Aires dopo che l'ex compagna l'ha indicato come responsabile dell'omicidio del capo ultrà e anche dell'albanese freddato nel settembre 2020 su una spiaggia di Torvaianica. La donna, romana, sua sodale ai tempi cui "Francisco" era soltanto un rapinatore di gioiellerie, è stata condotta in una località protetta ma a verbale avrebbe detto che appunto quell'uomo da cui ha avuto anche una figlia non si chiama Raul Esteban Calderon.
Diabolik: l'andatura, il volto, l'altezza. Così il super computer ha riconosciuto l'assassino
Le intercettazioni
Quel che è certo è che a permettere agli agenti della Squadra Mobile di chiudere il cerchio sull'argentino, oltre all'ex, sono state anche le intercettazioni in carcere di Enrico Bennato e la perizia svolta dal politecnico di Torino e dal professor Andrea Maria Lingua sul video che già a poche ore dal delitto del capo ultrà era in mano agli investigatori. Un sistema di videosorveglianza di un palazzo di via Lemonia il pomeriggio di quel 7 agosto 2019 riprese tutto: Piscitelli seduto sulla panchina, il runner con il volto coperto da una bandana che arriva, estrae la calibro 9 con silenziatore, e spara un solo colpo per poi fuggire. L'analisi antropometrica condotta dopo il sopralluogo del 29 aprile ha dato esito positivo: l'uomo che ha sparato era Calderon.