La Filosofia di Twilight: l'eroe perfetto,
lo stalker e la donna ferma agli anni 50

Giovedì 17 Dicembre 2009 di Paola Polidoro
La Filosofia di Twilight: l'eroe perfetto, lo stalker e la donna ferma agli anni 50
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ROMA (17 dicembre) - Una ventiduenne romana ha chiesto al suo dentista di allungarle i canini per somigliare ai vampiri di Twilight, la saga di Stephenie Meyer (www.stepheniemeyer.com) che ha contagiato mezzo mondo, di adolescenti e non solo, prima coi libri (quattro, per ora), poi coi film: il secondo, New Moon, uscito nei nostri cinema circa tre settimane fa. Volendo, su internet puoi anche scoprire quale personaggio di New Moon sei, oppure se ami un vampiro o un licantropo, con un test.



Eppure c’è qualcosa di non convincente nell’amore tra la quasi maggiorenne Bella Swan, arrivata a Forks, nello stato di Washington, per iniziare una nuova vita, e l’eterno diciassettenne Edward Cullen, succhiasangue vegetariano (nel senso che per nutrirsi uccide “solo” gli animali e non gli umani). C’è che “in qualsiasi mondo che non sia quello fantastico creato dalla Meyer, Edward finirebbe dietro le sbarre”, come spiega Rebecca Housel, una delle autrici della raccolta di saggi La filosofia di Twilight (Fazi, pp.294, 16 euro), da consigliare caldamente a tutti quelli che hanno letto i volumi della trentaseienne scrittrice americana.



Nel suo saggio, Il “vero” pericolo: le giovani lettrici e la confusione tra realtà e finzione, la Housel spiega come, nel suo modo di gestire l’amore per Bella (e Bella stessa), l’affascinante vampiro dimostri di avere le caratteristiche del perfetto stalker. Eppure le ragazze impazziscono per lui e per i suoi “golden eyes”, e poi lui c'è sempre quando serve (ma soprattutto, c'è sempre!).

- Ti dico sempre ciò che mi passa per la testa.

- Lo censuri.

- Non granché.

- Abbastanza per farmi impazzire.

Per Edward, abituato a poter leggere nella mente di chiunque, Bella è una novità. A parte il fatto che lei non produce mai un pensiero critico nei confronti di Edward, che quindi nella sua mente troverebbe solo soddisfazione al proprio ego, ma bisogna davvero spiegare perché la mancanza di privacy è pericolosa?



Eric Silverman (Telepatia e moralità, sempre nella raccolta) ricorda che “privacy e autonomia sono direttamente connesse al benessere dell’uomo. I nostri segreti sono una delle nostre più grandi ricchezze”. E che “ci sono molte situazioni in cui Edward è pronto a violare la privacy degli altri”. Entra nella stanza di Bella (dalla finestra!) e la osserva dormire tutte le notti (tanto lui non dorme mai!); legge nei pensieri (questo è il suo “dono” di vampiro) di chi sta intorno alla sua amata “per vedere se lei mantiene la promessa di non parlare a nessuno della sua velocità e forza”; non le permette di frequentare il suo migliore amico, il licantropo Jacob, che si relaziona in maniera più sana di lui (pur condividendo con Edward un problema di zanne) e che non ha mai torto un capello alla fanciulla. Quando Bella va alla riserva dei Quileute per incontrare Jacob, Edward la aspetta in macchina nei paraggi. In un’altra occasione Bella sarà “rapita” dai Cullen (per assicurarle protezione, ça va sans dire) e rinuncerà ai contatti con Jacob, che cerca di metterla in guardia sulla pericolosità del suo fidanzatino. Poi il vampiro rifletterà meglio, capendo che rischia di allontanarla coi suoi tentativi di controllo, e allenterà un po’ la presa (ma bisogna aspettare il terzo libro).



E Bella come reagisce a queste imposizioni? Ci sta. Non è rischioso far credere alle giovani donne che Edward è il migliore dei maschi possibili piuttosto che suggerire loro: ragazze, se di notte vi ritrovate in camera un compagno di classe che vi spia mentre dormite e lui con aria candida vi dice «vengo a trovarti quasi tutte le notti, sei interessante quando dormi», non statevene lì estasiate e lusingate, chiamate la polizia! Abigail E. Myers (anche lei ne La filosofia di Twilight), pone una questione: “puoi essere una femminista se diventi una vampira succhiasangue per tuo marito?”.



Da blog e dibattiti virtuali emerge che “l’attenzione di Edward per Bella riflette in maniera inquietante un rapporto che nel mondo reale sarebbe definito ossessivo”, se non fosse poi che “davanti a un comportamento ossessivo e soffocante del partner o del fidanzato, donne e ragazze (inclusa Bella) pensano che sia un agire premuroso e romantico”.



E’ qui che bisognerebbe aprire gli occhi alla nostra eroina, mentre la Meyer le fa accettare tutti i cambiamenti che il suo amato bene le impone. Sostituisce il vecchio pick up che le ha regalato il padre (che più di quello non può permettersi) con un macchinone all’ultima moda; la porta con l’inganno al ballo di fine anno anche se lei non sa ballare e odia agghindarsi («sentii lacrime di rabbia scorrermi sulle guance»), e poi lo costringe a sposarlo, conditio sine qua non per ritirare, finalmente, il premio: la morte, ovvero la trasformazione in vampira. Che, ovviamente, deve avvenire per mezzo di Edward, perché Bella sogna sin dall'inizio che sia lui a “trasformarla”. Cioè ad ucciderla (il morso del vampiro è da sempre associato all’atto sessuale).



Bella accetta, anche se non ha il mito del matrimonio. La madre le ha insegnato “a rabbrividire di fronte all’idea di un abito bianco vaporoso con strascico e bouquet” (per i mormoni, come la Meyer, il matrimonio è eterno, cioè è valido anche dopo la morte). E’ vero che alcune persone invitandoci a fare cose che normalmente non faremmo possono convincerci ad andare a una festa dove rischiamo di divertirci: ma qui non si tratta di “invitare”, e il punto è che Bella rinuncia puntualmente ai suoi istinti (compresi quelli sessuali). Sia perché pensa che siano sbagliati, sia perché vuole compiacere Edward, annullando se stessa a favore di lui che, tra l’altro, è convinto di sapere meglio di lei quale sia il suo bene («Bella, ti terrò lontana da tutti i pericoli, compresa te stessa. Non ti mollerò un attimo, lo prometto»). Tra tutti e due… C’è da dire che l’aveva avvertita, con frasi rassicuranti tipo «La tua ora è suonata quando ti ho conosciuta» o «Bella, io sono pericoloso. Ti prego, renditene conto».



Questo, per una che prende spunto dall’amore tra Catherine e Heathcliff in Cime tempestose, è un biglietto da visita perfetto. Come Edward. Bello (questo ci viene ripetuto continuamente), affascinante (allena lo charme dal 1918: nessun adolescente umano potrebbe competere con lui e con la sua galanteria d’altri tempi), colto (con tutto quel tempo libero…), ricco (i vampiri possono utilizzare le loro doti di preveggenza in vari modi). Nei decenni ha avuto molte corteggiatrici (“Sapevo come affascinare quando volevo. Era facile, perché sapevo immediatamente che effetto avevano un tono di voce o un gesto”), però viene colpito dall’unica ragazza della quale non riesce a leggere il pensiero. Le altre, ovviamente, non le trova interessanti, lei è l’unica con cui si possa mantenere un po’ di mistero. In più ha un buon odore, il che la rende una personcina davvero… squisita. Nonostante questo Edward le sta alla larga per un po’, ben conoscendo il suo problemino col sangue umano. Lui la fugge per non mangiarsela, lei pensa di emanare un cattivo odore o di aver fatto qualcosa per infastidirlo. Come le capita spesso, si prende la colpa: «Ti ho fatto arrabbiare – dissi – non avrei dovuto aprire bocca». «No», rispose, ma la sua voce era dura come la sua espressione. «Preferisco sapere cosa pensi... anche se ciò che pensi è assurdo».



Bonnie Mann (che scrive Vampiri innamorati: il secondo sesso punta al XXI secolo) si è chiesta, dopo un Twilight-party al quale ha accompagnato la figlia, “perché milioni di ragazze fantasticavano su uomini che riuscivano a stento a reprimere il desiderio di ucciderle? Nel 2008?”. Bella “è un esempio di inettitudine e insicurezze femminili esageratamente stereotipate. Non ha senso dell’orientamento né equilibrio. Si provoca lividi e graffi solo spostandosi da un posto all’altro” e “sembra rappresentare il modello di donna degli anni Cinquanta”. “[Stephenie Meyer] promette alle nostre figlie le stesse cose che venivano promesse alle nostre madri”. Anche se, fa notare la Mann, c’è un sottotesto femminista nella saga della Meyer: “Bella vuole diventare una vampira (…) perché nel mondo dei vampiri non c’è più alcuna disparità tra i generi”. Sì, ma a che prezzo! Lasciare tutto: famiglia, amici, ambizioni, pur di seguirlo nel suo mondo.



Nella trasformazione finale, che arriva nel quarto libro della saga, Breaking Dawn, Bella perderà anche il suo odore, che è poi il motivo per cui Edward si era innamorato di lei (e del suo sangue), anche se diventerà bella e immortale, ovvero identica a lui. Questo permetterà ai due di vivere la storia alla pari oppure servirà solo ad annullare le peculiarità di ciascuno? Lui continuerà ad amarla quando lei non avrà più nulla di umano, neanche un goccio di sangue? Lo scopriremo, forse, quando uscirà il quinto libro, Midnight Sun, di cui si è già parlato parecchio.



Così tanto che i primi 12 capitoli sono on line da tempo, anche se per ora la data di edizione è sconosciuta. Però si sa che la storia del primo libro verrà raccontata dal punto di vista Edward, e vedremo se sarà in grado di mascherare la sua indole da centenario che si innamora di una diciottenne. Vivono tra noi, come titolava una vecchia storia (1987) del vecchio Dylan Dog. L’indagatore dell’incubo si innamora di tante donne (che puntualmente scompaiono, lo mollano, o muoiono), ma sicuramente è più affidabile di Edward. Oltretutto, è vegetariano sul serio.
Ultimo aggiornamento: 29 Dicembre, 20:15 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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