Fa una vita “da calciatore” Gigio Donnarumma a Parigi, ma non proprio come tutti.
INDIETRO NEL TEMPO
Stanno insieme da quando hanno 17 anni, entrambi nati e cresciuti a Castellammare di Stabia, lei (interior design, appassionata di moda e fumetti) poco esuberante sui social al contrario di altre colleghe, moglie o compagne di “footballurs”: l’account di Alessia è privato, è Gigio a dare più informazioni sulle loro avventure parigine. Le abitudini – allenamenti e “scappatelle” a Disneyland Parigi a parte – sono abbastanza legate al quartiere e testimoniano di una certa nostalgia per l’Italia. Poco tempo fa, rompendo la tradizionale riservatezza, aveva rivelato a un sito francese i suoi spot preferiti nella ville lumière. Intanto per una cena romantica, di sicuro la Langosteria, aperta sulla terrazza dell‘hotel Cheval Blanc. «Per me è uno dei ristoranti più romantici della città, c’è una vista pazzesca sulla Senna e poi è il posto preferito dalla mia fidanzata». Altro luogo del cuore, ovviamente, il ristorante aperto da Marco Verratti nel quartiere del Faubourg Saint-Honoré, Giusè. Anche qui solo, rigorosamente “cuisine italienne”.
A PASSEGGIO CON “COCO”
Passatempo privato e possibilmente in incognito: portare a spasso il cane Coco, «Di Parigi adoro i giardini, mi piace passarci del tempo, quando ho un pomeriggio libero, adoro le Tuileries», ha raccontato. Locali notturni e discoteche non fanno per la coppia. Anche in questo hanno ritmi e gusti un po’ più eccentrici rispetto alla media dei compagni di squadra: nonostante le prestazioni sportive non sempre incensate – soprattutto dai media francesi – è rimasto sempre concentrato sul lavoro e gli allenamenti. Poco dopo il suo arrivo a Parigi aveva raccontato di aver cominciato a seguire subito corsi on line di francese. A fargli da autista nella capitale francese, un suo cugino di Castellammare. Non si vergogna di fare il turista né di dire pubblicamente che il suo monumento preferito di Parigi è la Tour Eiffel. «Non mi stanca mai – ha raccontato un po’ di tempo fa – mi piace andare sulla terrazza del Trocadero dopo cena per guardarla illuminata». E in quel caso niente cucina italiana. Se si porta dietro la famiglia, davanti alla Tour è tradizione farsi una crepe.
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