Soltanto un mese fa Simone Inzaghi era stato messo in discussione, dopo l’ennesima sconfitta in campionato (adesso se ne contano 11), ma poco alla volta – con una grande stagione europea – si è tenuto stretto la panchina dell’Inter. Con tenacia, determinazione, intelligenza. E anche qualche dose di fortuna, che in questi casi non può mai mancare. E così adesso la sua Inter si ritrova con un piede nella finalissima di Istanbul, dopo 13 anni il trionfo di Madrid contro il Bayern Monaco.
Altri tempi, un’altra squadra, ma intanto i nerazzurri sono a un passo dal sogno. Ed è stata una vittoria schiacciante quella nel derby. Un successo mai messo in discussione, come è già capitato a Inzaghi in una stracittadina. Ha vinto con scelte azzeccate e può anche recriminare per aver segnato pochi gol. Lo 0-2 gli sta anche stretto viste le tante occasioni create, soprattutto nel primo tempo. E ha conquistato il successo con una strategia tattica superlativa. Giocando con Dzeko e Lautaro Martinez molto alti, costringendo Kjaer e Tomori a stare sempre sull’attenti (ma la loro non è stata una buona prestazione), e i tre mediani molto bassi, costringendo il Milan ad allungarsi creando vuoti enormi (ed ecco spiegato il gol di Mkhitaryan, il raddoppio interista) e non permettendo ai due terzini rossoneri – Calabria e Theo Hernandez – di poter creare superiorità numerica in fase offensiva. In sostanza, l’Inter ha occupato tutti gli spazi ed è arrivata una vittoria netta e meritata. E ora, senza timori, la finale di Istanbul è davvero molto, ma molto, più vicina.
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