Rio 2016, il canadese Drouin vince l'oro dell'alto con 2.38

Mercoledì 17 Agosto 2016 di Carlo Santi
Rio 2016, il canadese Drouin vince l'oro dell'alto con 2.38
dal nostro inviato
RIO DE JANEIRO Derek Drouin è il campione olimpico del salto in alto. Dopo il bronzo di Londra e l’oro mondiale di Pechino 2015, il canadese ha battuto la concorrenza con un salto di 2.38, quota che Bondarenko e Barshin non sono riusciti a superare. L’ucraino Bondarenko dopo due errori a 2.38 ha scelto di riservare l’ultima a 2.40. Non era convinto, però. Ha abortito la rincorsa senza staccare, è tornato indietro e con una manciata di secondi ancora a diposizione ha tentato l’impresa, ma ha fallito. L’ultimo suo balzo valido era 2.33, misura che lo ha visto medaglia di bronzo. Barshin, invece, era riuscito a superare al primo tentativo i 2.36, e ha conqistato l’argento facendo un passo avanti rispetto a Lodnra dove, a pari merito con Drouin, si era preso il bronzo.
Droiun, ventiseenne dell’Ontario, con l’oro in tasca è andato in pedana per i 2.40. Un solo tentativo, fallito, prima di salutare tutti e cominciare la festa.
In tribuna, con tanta amarezza, c’era Gianmarco Tamberi. Che peccato, questa sarebbe stata la sua gara, la sua notte. Gimbo sarebbe stato il protagonista: la medaglia sarebbe stata sua. Dovrà pazientare un quadriennio e arrivare a Tokyo per prendersi la gloria.
C’è stata una sorpresa nella finale dei 1500 femminili. Sembra gara blindata con l’etiope Genzebe Dibaba che è con 3’50”07 la primatista del mondo. La ragazza del clan, quello delle Dibaba, pensava che tutto fosse facile, che la soluzione della gara si poteva trovare nell’ultimo giro. Ha sbagliato, però, perché la corsa è stata davvero troppo lenta, amatoriale. Passaggi da 2’27”2 agli 800, addirittura 2’56”3 ai 1000. Quando ha cercato l’allungo si è trovata alle spalle la keniana Faith Chepngetich Kipyegon. La vicecampionessa del mondo, 22 anni, ha seguito l’etiope superandolo con uno scatto deciso a 200 metri dal traguardo tagliato in 4’08”92 mentre la Dibaba è rimasta a due secondi (4’10”27). Terza la statunitense Simpson.
I 110 ostacoli sono del giamaicano Omar McLeod che ha superato l’ex cubano adesso cittadino spagnolo con 13”05 contro 13”17. Bronzo per il francese Basco con 13”24.
Nelle semifinali dei 200 metri, l’olandese Dafne Schippers ha mandato un avviso ai naviganti correndo in 21”96 (21”63 è il record europeo che ha stabilito lo scorso anno a Pechino).
L’unica russa in gara nell’atletica, la lunghista Klishina, dopo le polemiche e l’intervento del Tas per riammetterla, ha raggiunto la finale con un salto di 6.64.
 
Poca Italia: si salva solo Galvan
L’Italia, che nella mattina brasiliana ha visto qualificarsi per la semifinale dei 200 metri Matteo Galvan (fuori invece Dasalu e Manenti), non è riuscita a piazzare nell’ultimo atto dei 400 ostacoli né la Folorunso né la Pedroso, eliminate rispettivamente con 56”37 e 55”78 che rappresenta per l’ex cubana il limite stagionale.
I fischi a Lavillenie sul podio
Renaud Lavillenie era stato polemico dopo la finale dell’asta. Aveva pronunciato parole dure, il francese, dopo la sconfitta. Il pubblico lo aveva fischiato durante i tentativi a 6.03 e poi l’ultimo a 6.08. «Per trovare qualcosa del genere – aveva affermato con rabbia – bisogna andare a cercare nella storia di Jesse Owens a Berlino ‘36». Sul podio, il pubblico lo ha fischiato ma Da Silva, il vincitore, è stato pronto a invitare lo stadio ad applaudirlo. Un bel fair play.
Ultimo aggiornamento: 08:08 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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