«Valsugana, l'idea pedaggi trovata
medievale per farci pagare 2 volte»

Giovedì 18 Febbraio 2016 di Roberto Lazzarato
Statale Valsugana in Valbrenta e Daniele Andrea Nervo

VALBRENTA - “Evviva i pedaggi!”. Alla provocazione trentina risponde la provocazione valbrentana. Il sindaco di Borgo Valsugana aveva provocatoriamente proposto “un pedaggio per chi proviene da Bassano e percorre la statale 47 della Valsugana” e immediata è arrivata la controproposta del consigliere di Solagna, Daniele Andrea Nervo. «Quella del pedaggio è proprio una buona idea! Come Movimento 5 Stelle Solagna proponiamo la realizzazione di un casello nel nostro comune che faccia pagare un salatissimo dazio, però solo per amministratori pubblici provenienti da Nord, con sovrapprezzo per i sindaci di Borgo. E ci auspichiamo che questa fantastica innovazione possa essere adottata quanto prima anche negli altri comuni della Valbrenta».
 


Naturalmente è una boutade quella del grillino solagnese. «A parte gli scherzi, sembra di essere ripiombati in pieno medioevo - sostiene Nervo. - Ma è mai possibile che l'unica soluzione che viene in mente per risolvere i problemi della Valsugana sia quella di far pagare ai cittadini una seconda volta quello che utilizzano e che già pagano con le proprie tasse? Tra le più alte al mondo poi. Allora a che cosa servono quest'ultime?».

Nervo e il M5S s’interrogano, poi, sui fiumi di parole versate sulla viabilità in Valsugana, senza mai trovare una soluzione concreta. «Quando si parla di mobilità in questo Paese non si sa far altro che parlare di strade, autostrade, superstrade e chi più ne ha più ne metta. Ma tutti questi investimenti in asfalto sono veramente una scelta intelligente per affrontare gli scenari futuri?». Illuminanti, per Nervo, i risultati delle indagini emersi al recente salone dell'auto di Detroit. «La Barclays ha presentato uno studio in cui si prevede che nei prossimi 25 anni, negli Usa, si venderanno il 40% di auto in meno e che il parco auto circolante si ridurrà del 60%! Questo, essenzialmente, a causa della sempre più ampia diffusione di forme di mobilità condivisa, come il car-sharing, di nuove tipologie di mobilità come ad esempio il public shared autonomous vehicles (Psav), una versione dei taxi collettivi adattata al XXI secolo e all'impatto delle nuove tecnologie nel ridefinire il trasporto pubblico».
La conclusione: «Che senso ha, allora, spendere così tanto per la costruzione di nuove strade? Per poi magari utilizzarle come spazi di ritrovo per una bella partita a pallone?». Ai posteri l’ardua sentenza.

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