«Aggredito al semaforo da immigrati»
Era una bufala: smascherato 40enne
Deluso il tam tam xenofobo sui social

Venerdì 21 Ottobre 2016 di Vittorino Bernardi
I carabinieri hanno scavato sulla vicenda dell'uomo in Opel Corsa
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SCHIO/SANTORSO – Inventata. L’aggressione con tentata rapina alle 19.45 di venerdì 14 ottobre al 40enne S.C., disoccupato e residente a Thiene, all’incrocio semaforico tra le vie Europa e Dell’Olmo da parte di due uomini di colore è stata inventata dal protagonista, smascherato dai carabinieri del capitano Vincenzo Gardin.

Un’aggressione che ha immediatamente innescato un’alzata di scudi da parte del comitato sociale Prima Noi e una serie di polemiche e feroci post sul web, con molti a ritenere i due aggressioni dei richiedenti asilo ospiti nella vicina struttura dell’hotel Duca d’Este. È stato denunciato d’ufficio per simulazione di reato S.C. che aveva dichiarato ai carabinieri di che poco prima delle 20, solo alla guida della sua Opel Corsa fermo alla luce rossa del semaforo all’incrocio sulla Provinciale 350 era stato aggredito da un uomo di colore che passando a piedi sulla strada aveva aperto una portiera per sporgersi verso di lui per strappargli il marsupio tenuto ai fianchi.

La colluttazione di una manciata di secondi era stata interrotta da un altro uomo di colore che aveva aperto l’altra portiera per colpirlo con un pugno al volto, procurandogli una ferita all’arcata sopraccigliare destra. Solo grazie allo scattare del verde del semaforo  il 40enne era riuscito a fuggire, salvando il marsupio. Così la storia raccontata, una versione formulata due volte a voce all’interessato: venerdì sera quando i carabinieri erano intervenuti sul posto e lunedì al comando di via  Maraschin. Una denuncia mai formalizza per iscritto.

L’indagine ha invece condotto i militari a raccogliere testimonianze e visionare i filmati della videosorveglianza della zona dell’aggressione, da un’ora prima a un’ora dopo delle 19.45, senza raccogliere riscontri. Convocato in caserma nella mattinata odierna C.S., informato dell’assenza di riscontri all’aggressione e messo alle strette, ha confessato di avere inventato tutto, senza motivare il gesto che ha infiammato il web. Ha invece giustificato la ferita all’arcata sopraccigliare per una botta sullo specchietto retrovisore subita due ore prima, causa un'improvvisa frenata mentre non aveva la cintura allacciata.