LE MANS - Chiamatela una vittoria minore, che non può valere una delle 19 assolute che fanno della Porsche il marchio più vittorioso alla 24 Ore di Le Mans. Ma...
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La 911 più suina della storia, guidata dal terzetto Christensen-Estre-Vanthoor, ha fatto letteralmente salsicce delle avversarie facendo doppietta con l’altra 911 numero 91 condotta da Lietz, Makoviecky e da Gianmaria “Gimmi” Bruni. Il pilota italiano, al ritorno a Le Mans dopo un anno sabbatico, non si è potuto giocare la sua quarta vittoria sul circuito della Loira per uno sfortunato gioco di bandiere gialle e slow zone, ma ha mostrato ancora una volta tutta la sua classe già nelle qualifiche con un 3’47”504 che gli è valsa la pole position e batte di oltre 3 secondi il migliore tempo di categoria dello scorso anno. Ma, cronometro alla mano, tutti erano racchiusi in pochi decimi. Tale vicinanza nelle prestazioni si è trasformata in innumerevoli duelli, soprattutto nella prima metà della gara e nell’ultima parte. Le avversarie più toste da battere sono state sicuramente le Ford GT. Lo squadrone americano, con 4 vetture, è però riuscito a portarle tutte al traguardo piazzando al terzo posto la numero 68 di Bourdais-Hand-Müller, seguita dalla #67 di Kanaan-Priaulx-Tincknell mentre la #66 di Johnson-Mücke-Pla è arrivata 7^ e la #69 di Briscoe-Dixon-Westbrook ha chiuso al 14° posto.
La Chevrolet Corvette C7.R, alla sua 19^ partecipazione consecutiva e 8 vittorie, si è dovuta accontentare di un 5° e un 15° posto mentre l’Aston Martin, vincitrice lo scorso anno ha fatto un 9° e un 13° posto. Poteva andare meglio alla BMW che, al ritorno a Le Mans dopo 7 anni con la nuova M8 GTE, ha mostrato un ottimo ritmo di gara, ma non è riuscita a fare meglio del 12° posto.
L’Italia non può esultare per una Ferrari che piazza le sue 488 GTE Evo al 6°, 8° e 10° posto, ma può essere contenta delle prestazioni dei suoi piloti come Giovinazzi, Pier Guidi e Rigon. Avrebbe potuto esultare sicuramente di più se Mattia Cairoli, partito in pole nella GTE-Am con la sua 911 RSR, non fosse uscito di strada guardando poi vincere l’auto gemella del team Proton-Dempsey davanti alla Ferrari 488 GTE guidata da Flhor, Castellacci e un intramontabile Giancarlo Fisichella che a Le Mans ha vinto due volte (2012 e 2014), ma di correrla non si è ancora stancato.
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Il Gazzettino