Vergne e Vadoorne (Ds) promuovono la Gen3 Evo: «Va nella direzione giusta, la trazione integrale cambierà modo di correre»

da sinistra Jean-Eric Vergne e Stoffel Vandoorne
MONACO – La nuova monoposto Gen3 Evo piace ai due campioni del mondo della Ds Penske, la scuderia che ha deciso di rendere omaggio all'esclusivo ePrix del Principato che...

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MONACO – La nuova monoposto Gen3 Evo piace ai due campioni del mondo della Ds Penske, la scuderia che ha deciso di rendere omaggio all'esclusivo ePrix del Principato che si corre sabato 27 aprile con una livrea speciale. Naturalmente nera per il Grand Gala della competizione a emissioni zero e con finiture rigorosamente dorate come si conviene al solo costruttore che schiera Jean Eric Vergne, l'unico due volte iridato e recordman di punti nella Formula E, e Stoffel Vandoorne, pure lui con titolo in bacheca. «Esteticamente non è molto diversa – ammette il belga – ma la vera differenza la fa la trazione integrale, soprattutto con l'attivazione degli Attack Mode».

«Cambierà il modo di correre – assicura – perché finora era quasi più penalizzante averlo, mentre potendo contare anche sul motore anteriore ci saranno dei reali benefici. È un passo in avanti e anche le gomme hanno più grip: a seconda dei tracciati saremo fra i due e i tre secondi più veloci». Due delle novità del calendario di questa decima stagione – Tokyo e Misano Adriatico (al posto di Roma) – sono già state sperimentate: «Quello del Giappone era un appuntamento atteso e al quale è stato lavorato tanto, ma sul tracciato si può migliorare, anche se mi rendo conto che non è facile portare queste gare in una metropoli. Bene Misano, anche se queste macchine non sono ancora realmente pronte per i circuiti fissi. Roma? La preferisco, come preferisco i tracciati urbani».

Su Tokyo Vergne è ancora più lapidario: «Non è proprio un circuito cittadino. Era come New York, quasi come correre in un grande parcheggio». Invece, il francese si esalta a proposito della nuova monoposto: «Andiamo nella direzione giusta – sorride – Non solo con la Gen3 Evo, ma anche con la Gen4: e lo dico perché ho visto i piani. È decisamente un bel passo in avanti perché abbiamo bisogno di essere più veloci. Le gomme hanno più presa, ma è la trazione integrale che conta».

Per Vergne le maggiori prestazioni delle monoposto non costituiscono un problema: «Non conosco i regolamenti, ma basta adattare di volta in volta l'energia e la potenza delle macchine al tracciato. È una cosa che si può fare». Jev non vede l'ora di misurarsi, di nuovo, con il tracciato di Montecarlo, che definisce «un vero circuito cittadino»: «Speriamo che tutta la pioggia sia caduta oggi (venerdì, ndr) – aggiunge – e speriamo di riuscire a fare ancora bene in qualifica per poter stare davanti e lottare per vincere: sappiamo di poterlo fare. Di sicuro l'esperienza non basta per imporsi, perché ci sono piloti giovani che si stanno facendo largo».

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Il Gazzettino