MILANO - «Per essere davvero globali – e noi vogliamo esserlo – non si può prescindere dal mercato europeo». Questa, in sintesi, la visione di...
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Proprio l’Europa Occidentale, infatti, rappresentava il punto debole di un brand al quale il resto dell’area Emea non lesinava le soddisfazioni, come testimoniano le buone performance in Medio Oriente e soprattutto in Russia, con risultati in netta controtendenza rispetto a un mercato in profonda involuzione.
Per crescere in quello che viene considerato il mercato più sofisticato e competitivo del mondo, però, servono prodotti in grado di soddisfare i gusti (difficili) e le esigenze (elevate) degli automobilisti europei. Sono prodotti – sottolinea de Bouillè – come la nuova Q30, la berlina compatta sviluppata e prodotta (a Sunderland, in una nuova ala della storica fabbrica Nissan) in Europa per l’Europa, ma sempre nel rispetto dei tre elementi chiave del Dna di marca: stile innovativo e riconoscibile, tecnologia capace di sorprendere, piacere della guida.
I risultati non si sono fatti attendere: con 6.438 unità vendute nei primi 6 mesi dell’anno, la new entry ha fatto la parte del leone rispetto al totale dei 9.535 vetture ordinate a livello continentale, equivalenti a una crescita del 177% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Ancor più importante il ruolo della Q30 in Italia, dove ha avuto un ruolo decisivo nel consentire a Infiniti di quadruplicare (con 816 unità vendute) il risultato ottenuto nello stesso periodo del 2015. Si tratta di un’escalation pronta a ricevere un’ulteriore spinta dal prossimo arrivo della QX30, la “cugina” crossover svelata all’ultimo Salone di Ginevra e destinata a inserirsi nel segmento più vivace e promettente del mercato continentale.
Per crescere però non basta l’offensiva di prodotto (il top manager ricorda che in ottobre al Mondial parigino debutteranno la Q60 e un’innovativa “sorpresa” tecnologica), ma serve anche una rete adeguata: «Stiamo ampliando il network europeo per portarlo dagli attuali 95 concessionari a 130 entro fine anno, con un obiettivo finale di 150». Per quanto riguarda l’Italia, de Bouillè non nasconde la soddisfazione per i risultati («Andiamo bene come in tutto il Sud Europa – mentre dobbiamo migliorare in Germania e Regno Unito – anche perché il Gruppo Fassina non ha mai perso la fiducia nei confronti dei nostri prodotti») e per lo sviluppo della rete che entro l’anno passerà da 12 a 18 dealer.
Il Gazzettino