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Se il Rally di Roma Capitale può festeggiare quest’anno la decima edizione consecutiva, inserita nel massimo contesto internazionale, lo si deve a Max Rendina, che è riuscito a fare a Roma quello che non era mai riuscito ad altri. La partenza a Castel Sant’Angelo, la prova all’Eur, le Terme di Caracalla, il Colosseo…
Ma chi è Rendina? Un sognatore, un fenomeno…
«Attualmente sono un…ex pilota del mondiale»
E con un gran bel curriculum…
«Sì, correndo con le macchine produzione (come l’amatissima Mitsubishi Lancer, ndr) ho vinto l’IRC nel 2009, il campionato italiano nel 2012, il campionato mondiale 2014, ancora un terzo posto mondiale l’anno dopo. A metà 2016 mi sono ritirato. Erano tre anni che mancavo da casa e devo ringraziare mia moglie di avermi supportato con la famiglia. Mi sono così limitato a fare qualche garetta non lontano da casa».
Il WRC era così impegnativo?
«Sì, come logistica (basti pensare alle trasferte di fine anno in Nuova Zelanda (o in Australia necessarie per marcare i punti necessari per il titolo, ndr), le prove, l’allenamento fisico…»
Però lì nasce il futuro organizzatore.
«Sì, con il navigatore prendevamo molti appunti, che una volta a casa ripassavamo, segnando le cose più interessanti. Il Rally di Roma Capitale nasce dalla mia passionaccia per la specialità, che a Roma non c’era, se parliamo di Vallelunga è un’altra cosa.
C’ anche un indotto importante sul territorio.
«A Fiuggi c’è il sold-out, non si trova più un posto a pagarlo oro!»
Per concludere quale sarà il prossimo step del Rally di Roma Capitale?
«Tutte le gare del mondiale sono organizzate dalle rispettive Federazioni, e non da un privato. Attualmente c’è il Sardegna, che va benissimo e noi ci accontentiamo così. Se mi chiedete se noi siamo pronti dico di si»
Dunque se anziché Monza fosse capitata l’occasione di organizzare la gara di recupero dei mondiali 2021-2022, Max che avrebbe detto?
«Sì, assolutamente!»
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