McLaren si elettrifica: è Artura l’arte futura. Prima supercar della casa Gb ad avere un nome, porta all’esordio la tecnologia plug-in

La McLaren Artura
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MILANO - Appena qualche giorno dopo aver mostrato la sua nuova F1 2021, la McLaren lancia sul mercato la sua prima sportiva stradale di serie elettrificata. Con motore ibrido, proprio come la monoposto. Questa coupé due porte compatta già dal nome rappresenta un deciso cambio di rotta. Abbandonate le vecchie sigle numeriche (12C, 570, 720, 765) dei precedenti modelli, la McLaren per la sua prima vera ibrida stradale ha scelto un nome dall’assonanza italiana: Artura. Che in questo caso però non deriva da un nome femminile come sembra. Il termine Artura, infatti, è una specie di acronimo che proviene dalla fusione delle parole “Art” e “Future” e dovrebbe simboleggiare l’essenza di questa nuova berlinetta. Ovvero l’arte insita nel design della carrozzeria e il futurismo della tecnologia sotto al cofano. Artura, insomma, è contrazione di “arte futura”. 



La Artura è a tutti gli effetti un’ibrida plug-in, quindi con batteria che si può ricaricare via spina. Ha dimensioni compatte (è lunga 454 cm) e nella gamma si inserisce a metà strada fra le McLaren della categoria GT e le supersportive come la 720. Le novità però non risiedono soltanto nell’adozione di un motore elettrico. Anche il propulsore termico è tutto nuovo. McLaren per la sua prima ibrida di serie ha abbandonato il V8 4 litri delle precedenti McLaren e lo ha sostituito con un nuovo V6 3 litri biturbo a iniezione diretta, progettato da McLaren ma costruito come il precedente dalla società inglese Ricardo. Il nuovo V6 è in grado di erogare 585 cavalli, che sommati ai 95 cv sviluppati dal motore elettrico portano la potenza complessiva dell’auto a 680 cavalli. La coppia motrice complessiva è di 760 Nm. La potenza del V6 termico è già di per sé notevole: sfiora i 200 cv/litro di potenza specifica: più alta, tanto per fare un esempio della stessa McLaren 765 che è la coupé più spinta di Woking. 
La scelta del V6 al posto del V8 è dovuta a ragioni di compattezza e di peso: McLaren, proprio come Ferrari, fa della riduzione estrema dei pesi la propria filosofia di sportività. Un insegnamento che proviene dalla F1. L’architettura V6 di soli 3 litri è stata scelta proprio per compattare le masse (il nuovo motore pesa appena 160 kg ed è 15 cm più corto del V8). Il V6 della Artura ha bancate a V di 120° e grazie all’ampio angolo del V le due turbine sono fra le bancate dei cilindri. Il motore elettrico eroga 95 cv ed è montato in linea fra motore e trasmissione e la potenza viene trasferita direttamente all’albero di trasmissione generando trazione soltanto sulle ruote posteriori. Nuovo anche il cambio a 8 marce.

Salto di qualità anche nel telaio in carbonio di cui la McLaren è l’antesignana dopo averlo introdotto per primo in F1 nel 1981. La nuova scocca si chiama MCLA (McLaren Carbon Light Architecture) e ingloba una nicchia per l’alloggiamento della batteria agli ioni di litio da 7,4 kWh che aziona il motore elettrico. La scocca pesa appena 82 kg. Ridisegnato infine anche l’abitacolo. Qui McLaren ha scelto una soluzione inedita: il cruscotto che contiene il nuovo display high-res è solidale col volante. Quando spostate verso l’alto o verso il basso lo sterzo per perfezionare la posizione di guida, il cruscotto si muove con la corona del volante così è sempre perfettamente sott’occhio e leggibile. In controtendenza con la moda delle sportive attuali, sulla McLaren Artura non ci sono tasti sul volante. I comandi per modificare le mappature motore (comfort, sport, track) e l’assetto si azionano mediante due satelliti ai lati del cruscotto che si raggiungono senza abbandonare lo sterzo ma allungando le dita che stringono il volante. Qui la McLaren si è ispirata al concetto lanciato da Ferrari: occhi sulla strada e mani sempre sul volante.


Forte di tutta questa componentistica avanzata, la Artura vanta prestazioni eccezionali: il peso è limitato a 1.395 kg a secco. L’accelerazione 0-100 è di 3” netti e la Artura tocca i 200 km/h da fermo in appena 8,3 secondi e raggiunge una velocità massima di 330 km/h di velocità. Può percorrere fino a 30 km in solo elettrico raggiungendo una velocità di 130 km/h con le sole batterie. L’efficienza del powertrain ibrido permette di diminuire talmente la media di emissioni e consumi che la Artura dichiara emissioni di appena 129 gr/km di CO2,m cioé pari a quelle di una berlina media come una Alfa Giulia turbodiesel.

 

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Il Gazzettino