Mini, un anno di cambiamenti: Cooper e Countryman in testa ed a zero emission

Mini Cooper Classic elettrica
Il 2024 sarà l’anno della Mini. Il marchio britannico infatti, dopo un periodo di stasi, rinnoverà gran parte della propria gamma in preparazione di un 2030...

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Il 2024 sarà l’anno della Mini. Il marchio britannico infatti, dopo un periodo di stasi, rinnoverà gran parte della propria gamma in preparazione di un 2030 tutto elettrico. Fanno parte di questo percorso le nuove Cooper e Countryman che, accanto alle rispettive versioni a emissioni zero, presentano ancora quelle dotate di motore a combustione interna con uno stile che mantiene gli inconfondibili stilemi Mini, ma li evolve in chiave minimalista e digitale, in particolare per l’abitacolo dove scompaiono le cromature e la strumentazione di fronte al guidatore, i toggle sono ridotti al minimo e il grande quadrante centrale è costituito ora da un display OLED da 24 cm di diametro. La Mini Cooper a benzina ha un 3 cilindri 1.5 da 156 cv e un 2 litri da 204 cv, entrambi con cambio doppia frizione a 7 rapporti, e due sono anche le elettriche: una da 135 kW con batteria da 40,7 kWh (36,6 kWh netti) per 305 km di autonomia, l’altra da 160 kW con batteria da 54,2 kWh (49,2 kWh netti) per 402 km.

La nuova Countryman è costruita a Lipsia ed è cresciuta in lunghezza (4,43 metri, +13 cm), è diventata più aerodinamica (cx di 0,26), ha un bagagliaio che va da 460 a 1.450 litri e si propone con due motori a benzina ibridizzati a 48 Volt: 1.5 da 170 cv e 2 litri da 218 cv con la trazione integrale che troviamo anche sulla John Cooper Works da 300 cv (250 km/h, 0-100 km/h in 5,4 s.). C’è anche il diesel 2 litri da 163 cv – anch’esso mild-hybrid 48 Volt e cambio doppia frizione a 7 rapporti – e ci sono anche due versioni elettriche con batteria da 66,45 kWh ricaricabile a 22 kW in corrente alternata e a 130 kW in continua. La E a trazione anteriore ha 150 kW e 462 km di autonomia, la SE a doppio motore e trazione integrale fa 433 km con un pieno e ha 230 kW (313 cv), dunque è la più potente in gamma e, solo in virtù del peso superiore, è leggermente più lenta in accelerazione (0-100 in 5,6 s.) della JCW, ma grazie alla coppia (494 Nm) e al baricentro basso offre una reattività e un piacere di guida sicuramente più vicini allo spirito di Mini.



Naturalmente arriveranno anche la Cooper 5 porte, la Cabriolet e, al posto della Clubman messa in pensione, ci sarà l’inedita Aceman, crossover elettrica lunga 4,07 metri che avrà batteria da 54,2 kWh e sarà basata sulla piattaforma Spotlight sviluppata insieme a Great Wall. La Aceman sarà costruita inizialmente a Zhangjiagang, in Cina per poi essere prodotta dal 2026 anche a Oxford dove la Mini ha la sua casa storica e il gruppo BMW sta investendo 600 milioni di sterline per spingere sul pedale dell’elettrificazione.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino