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GROTTAFERRATA – Cinquant'anni fa la prima V7. Da quel momento un susseguirsi di versioni sempre molto apprezzate e dal carattere distintivo. Oggi, per il 2021, Moto Guzzi lancia la nuova V7, rinnovata profondamente dentro e fuori, ma sempre ancorata a quel concetto che l'ha resa vincente e celebre nel mondo. È sempre lei, dunque, ma è più matura e potente. Due le versioni disponibili: Stone, più sportiva, essenziale e contemporanea; Special, rigorosamente classica, con cromature e cerchi a raggi. A spingerle ci pensa il nuovo propulsore strettamente derivato da quello che troviamo anche sulla V85 TT. La potenza massima cresce del 25%, passando dai precedenti 52 CV a 6200 giri/min agli attuali 65 CV a 6800 giri/min, con la coppia che passa a sua volta da 60 Nm a 4250 giri/min a 73 Nm a 5000 giri/min (con più dell’80% della coppia disponibile già a 3000 giri/min).
Rispetto alla precedente versione, la nuova classic di Mandello è più completa nelle dotazioni e mostra una ulteriore maturità, testimoniata dal nuovo motore di cubatura maggiore contraddistinto dai generosi tubi di scarico dal differente layout. Inoltre, la vista posteriore mette in risalto la trasmissione a giunto cardanico maggiorata e la ruota posteriore di accresciuta sezione, oltre alla più grande e robusta coppia di ammortizzatori Kayaba.
Disponibile anche in versione depotenziata per neopatentati, la nuova V7 integra il controllo della trazione regolabile. Nel corso della nostra prova sulle strade a sud di Roma abbiamo avuto modo di provare entrambe le versioni. La Stone (da 8.840 euro) ha un nuovo proiettore anteriore con luce diurna DRL, la strumentazione digitale e cerchi in alluminio dallo stile sportivo. La Special (da 9.140 euro) mantiene invece l'elegante strumentazione analogica, le cromature e, appunto, i cerchi a raggi.
Entrambe hanno una gomma al posteriore dalla sezione maggiorata (150/70), un ottimo cambio con innesti morbidi e precisi e un motore che frulla ai bassi con un buon sound e spinge ai medi con vigore. È un propulsore elastico, che riprende anche in sesta marcia senza esitazioni. Le vibrazioni non mancano, ma non sono fastidiose. Bene anche sella e posizione di guida. Così come la frenata. Quale scegliere? È solo questione di gusto personale. Noi tra le due abbiamo preferito un po' la Stone: sia per il prezzo più contenuto che per un feeling maggiore offerto dai cerchi in alluminio (quelli a raggi creano delle inerzie maggiori nella guida più sportiva, ma parliamo di dettagli quasi impercettibili).
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