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TOKYO – Nissan e Oliver Rowland hanno onorato nel migliore dei modi la vigilia del primo ePrix giapponese della storia della Formula E. Grazie al pilota britannico, la sola casa automobilistica del paese del Sol Levante impegnata nel mondiale elettrico ha centrato la Pole: «Credo sinceramente che se riusciamo a fare tutto giusto possiamo anche vincere», aveva confidato Rowland a Il Messaggero l'altro giorno. L'iniziale bottino di 3 punti serve alla classifica, al morale e anche ad animare il pubblico locale che affolla le tribune nei pressi della baia di Tokyo, dove si trova circuito cittadino ricavato attorno al Big Sight, il centro espositivo della metropoli.
Non la macchina, ma i piloti: qui più che altrove la differenza non l'ha fatta il powertrain.
Rowland, alla sua seconda Pole stagionale (la sesta in carriera), l'ha spuntata in un'avvincente tornata finale su Maximilian Günther, il tedesco della Maserati, che due settimane fa ha guadagnato un nuovo e importante sponsor globale, Petronas. Il britannico aveva tuttavia piazzato il giro più veloce del pregara nella semifinale, risultando il solo a scendere sotto il minuto e 19 secondo (1:18.855) e battendo il migliore fino a quel momento, Edoardo Mortara (Mortara). Nel quarto l'italo svizzero si era sbarazzato del campione del mondo in carica Jake Dennis (Andretti, powertrain Porsche), mentre al primo turno Rowland aveva eliminato Mitch Evans (Jaguar Tcs).
Al volante della Tipo Folgore (Stellantis), il tedesco era stato il più veloce del proprio raggruppamento. Nel primo duello aveva disposto del connazionale della Tag Heuer Porsche Pascal Wehrlein e nel secondo del brasiliano della Ert Sergio Sette Camara (che a propria volta aveva eliminato Nico Müller con la Mahindra della Abt Cupra). L'ePrix scatta poco dopo le 15 locali, le 7 italiane. Sono previsti 33 giri per un tracciato totale di oltre 85 chilometri: «È molo tecnico, si addice al mio stile di guida. Non voglio sembrare troppo ottimista, ma lo sono a sufficienza per dire che possiamo fare bene», aveva sempre profeticamente azzardato il poleman l'altro giorno.
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