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MILANO - Si chiama Utopia, ma in realtà è un sogno realizzato, anche se alla portata dei pochi che possono permettersi di staccare un assegno da 2,15 milioni di euro (tasse escluse) per mettersi al volante del più recente gioiello di Horacio Pagani, il visionario imprenditore italo-argentino le cui supercar sportive sono tra le più esclusive al mondo. Una hypercar bellissima, le cui linee pur innovative non nascondono l’ispirazione alle mitiche granturismo degli anni ‘50 e’60 che rispondono – chiarisce Pagani – alle precise richiesta di clienti che hanno manifestato la loro passione per le vetture del passato, ma realizzate ed equipaggiate con le tecnologie più moderne, anche se in gran parte – come le appendici aerodinamiche che non si vedono perché i flussi d’aria sono tutti canalizzati all’interno della scocca – magistralmente camuffate per non interrompere la fluidità e la purezza delle linee, ma comunque in grado di garantire la massima efficienza aerodinamica. Altra scelta tecnica dal gusto retrò e dall’ardua – ma riuscita – esecuzione è rappresentata dal cambio manuale, difficile da rendere compatibile con l’esuberanza puramente termica del 12 cilindri 6.5 biturbo da 864 cavalli e 1.100 Nm di coppia massima realizzato in esclusiva da Mercedes Amg.
Un’automobile straordinaria presentata alla stampa in un ambiente emblematico, che per Horacio Pagani rappresenta in un certo senso il realizzarsi di un’utopia: il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia di Milano, dedicato a Leonardo da Vinci, l’inventore dell’inscindibile connubio tra Arte e Scienza che per Pagani è stato una costante fonte di ispirazione fin da quando, nella natìa Cabilda nel cuore dell’Argentina, si “innamorò” del grande genio italiano leggendo un articolo a lui dedicato da una rivista locale.
Il Gazzettino