PADOVA - Volete sapere qual è uno dei veicoli più ammirati del Salone di Padova dedicato ad auto e moto d’epoca? Non è un’automobile. E non...
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Per dare una plastica illustrazione di questo percorso lungo e coerente, la filiazione italiana della Casa euroamericana ha portato dunque a Padova tre veicoli di epoche diverse: il Ford FK 1000, considerato l’antesignano del primo Transit (venne ribattezzato Taunus Transit e destinato prevalentemente a Vigili del Fuoco e operatori dei mezzi di soccorso); un Transit con 12 posti e grandi finestrature che negli anni 60 veniva utilizzato, in varie configurazioni, da famiglie, lavoratori, giovani e band musicali (Beatles e Rolling Stones compresi); e un esemplare di ultimissima generazione, denominato Tourneo Custom Plug-in Hybrid, che sarà disponibile in Italia nei primi giorni del 2020.
Messi uno accanto all’altro, i tre esemplari testimoniano il percorso seguito in un campo parallelo a quello dell’auto che alla Ford ha regalato – successi commerciali a parte – la fama di marchio specializzato nella costruzione di veicoli forti, robusti, capaci di imprese insospettabili, in alcuni casi autentici exploit: come il trasporto, nel 1973, dall’Inghilterra alla Scozia, della riproduzione di un centisauro di 15 metri da 1,5 tonnellate, per non dire del viaggio di 10 settimane e 16.000 chilometri dall’Inghilterra alla Scozia organizzato dalla Hughes Overland Tours.
Ad alimentare la leggenda del veicolo capace di resistere a tutto, il racconto di un affezionato cliente spagnolo della Ford, che nell’ottobre 1985 venne colto di sorpresa da una tempesta di neve e fu costretto ad abbandonare il suo Transit in montagna, a 3.000 metri di quota. Sommerso da 5 metri di neve, il veicolo fu ripreso al disgelo, dopo sei mesi, e – raccontano ancora oggi in casa Ford – “con grande stupore del suo proprietario si dimostrò quasi perfetto e pronto a ripartire per essere riportato a casa”.
Nel 2012 la produzione raggiunse quota 7 milioni di unità. E da allora l’evoluzione del Transit è proseguita arrivando fino alle novità dei giorni nostri: “Novità importanti, che fanno della Ford la prima azienda in grado di fornire la tecnologia ibrida Plug-in nel segmento dei veicoli commerciali da una tonnellata”, ha tenuto a ricordare Marco Buraglio, direttore della divisione veicoli commerciali di Ford Italia. E ha aggiunto: “In Europa la Ford prevede di chiudere i conti del 2019 con una crescita del 14,3%. Quanto al mercato domestico, ovviamente il costruttore nazionale è leader, ma Ford è in crescita costante e chiuderà il 2019 con 25.000 veicoli commerciali immatricolati e un più 16,3%. Un risultato notevole – viene osservato – in quanto nel 2012 Ford era ferma a quota 5000”.
Le previsioni di ulteriore crescita vengono spiegate con la grande fiducia riposta nei mezzi di nuova generazione e nello sviluppo del piano di elettrificazione dell’intera gamma, che prevede l’arrivo di 17 veicoli elettrificati in Europa entro il 2024. “Già oggi – è stato ricordato a Padova – disponiamo di una gamma che prevede veicoli Mild Hybrid (Transit e Tourneo), mentre da dicembre sarà avviata in Turchia la produzione del Transit ibrido plug-in e in un futuro non troppo lontano quella del Transit full-electric”.
Inutile dire che la novità più interessante è costituita dal Transit ibrido plug-in, atteso in Italia all’inizio del 2019 negli allestimenti adatti al trasporto persone e al trasporto merci. La motorizzazione è costituita da una componente elettrica da 92.9 kW alimentata da un pacco batterie agli ioni di litio da 13.6 kWh e ricaricabile a una presa di corrente, mentre la componente termica è affidata al super collaudato tricilindrico eco-boost a benzina di 1000 cc in grado di funzionare come range extender.
“A differenza di altri ibridi plug-in – tengono a sottolineare in casa Ford – il nostro sistema privilegia la funzione elettrica a emissioni zero, utilizzando il motore termico come supporto per la ricarica e per aumentare l’autonomia”. A tal proposito vale la pena ricordare che nell’anteprima nazionale la Ford ha dichiarato un’autonomia totale superiore a 500 chilometri, con consumi di carburante pari a 2,7 litri/100 km ed emissioni di CO2 di 60 gr/km (NEDC) per il veicolo trasporto merci, e di 3.1 litri/100 km e 70 gr/km di CO2 per quello adibito al trasporto persone.
Diverso è invece il sistema Mild-Hybrid già disponibile da maggio del 2019 su Transit/Tourneo: in questo caso il motore principale è il diesel 2.0 litri EcoBlu declinato nelle potenze di 130, 170 e 185 cv, abbinato a un piccolo motore elettrico che accumula energia in rilascio e in frenata e in nessun caso consente di muoversi a emissioni zero. Il suo compito, infatti, è quello di supportare il motore termico contribuendo da un lato a migliorare valori di coppia e prestazioni in accelerazione, dall’altro a ridurre consumi e produzione di CO2 allo scarico.
Inutile dire che la soluzione plug-in è la più evoluta: tra le chicche hi-tech previste – pensate – c’è persino la capacità del veicolo di passare autonomamente dalla funzione termica a quella elettrica se la zona lo prevede. Una genialata che teoricamente dovrebbe consentire di muoversi senza patemi nei centri urbani e senza l’incubo di entrare inavvertitamente nelle ZTL. Peccato solo che in alcune città, come la stessa Padova, sia inspiegabilmente vietato entrare nelle zone a traffico limitato anche con le ibride plug-in… Un’assurdità tipica dell’ottusa burocrazia italiana, che vanifica gli straordinari sforzi che l’industria dell’auto sta facendo per adeguarsi alle necessità dell’eco-compatibilità ambientale. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino