Traffici illegali di pneumatici, arriva in Italia il primo portale per combattere il fenomeno

Traffici illegali di pneumatici, arriva in Italia il primo portale per combattere il fenomeno
Arriva in Italia, la prima piattaforma per combattere traffici illegali che riguardano sia la vendita di pneumatici nuovi, sia la gestione di quelli ormai fuori uso (PFU)....

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Arriva in Italia, la prima piattaforma per combattere traffici illegali che riguardano sia la vendita di pneumatici nuovi, sia la gestione di quelli ormai fuori uso (PFU).  Si chiama “Cambio Pulito” e vuole combattere gli ecoreati e tutti i comportamenti illegali  come quelli di chi abbandona i pneumatici  o nel  mare o nel terreno circostante, generando un danno economico e ambientale. È coordinata da Legambiente e dalle associazione di categoria, che si sono riunite insieme ai consorzi: Ecopneus, EcoTyre e Greentire, e hanno formato l’Osservatorio sui flussi illegali di pneumatici e PFU in Italia.


Oltre 50.000 sono le aziende che raccolgono 32 milioni di pneumatici in tutta Italia una parte di questi in nero e l’Osservatorio è nato con l’idea di tracciare proprio i traffici illegali. Enrico Fontana, di Legambiente è il coordinatore di dell’osservatorio e spiega: «Si tratta di uno strumento innovativo, per la segnalazione di situazioni illecite di cui si viene a conoscenza in base al proprio rapporto di lavoro, è raccomandato a livello nazionale e internazionale dalla stessa ANAC, l’Autorità Nazionale Anticorruzione. Indica una strada precisa da percorrere nel nostro Paese per prevenire e contrastare con efficacia i fenomeni di illegalità, che è quella di una legalità organizzata».

Come funziona?
Collegandosi al sito www.cambiopulito.it, attraverso password di accesso dedicate alle diverse categorie, ciascun operatore ha la possibilità, in forma anonima e sicura, di effettuare una segnalazione di situazioni di irregolarità e illegalità di cui è stato testimone. Inoltre, il sistema consente di seguire l’iter di ciascuna segnalazione, presa in carico da Legambiente, che come unico gestore le filtra, le classifica e ne valuta l’attendibilità, con possibilità di richiedere ulteriori informazioni e chiarimenti ed eventualmente arrivare alla segnalazione alle Forze dell’Ordine in casi di particolare evidenza e gravità.
 
350mila sono le tonnellate di Pneumatici Fuori Uso,  di cui i tre consorzi aderenti al progetto gestiscono circa l’85% nell’ambito di un sistema senza fine di lucro operante su tutto il territorio nazionale, finanziato attraverso un contributo ambientale versato dagli acquirenti di pneumatici. Dal 2011 questo sistema nazionale garantisce rintracciamento, raccolta e recupero di una quantità di PFU corrispondente agli pneumatici regolarmente immessi nel mercato nazionale del ricambio; esistono però pratiche scorrette, come la vendita “in nero” di pneumatici, l’evasione del contributo ambientale o altre irregolarità nella gestione dei PFU, che ne mettono a rischio il corretto funzionamento, con il ripresentarsi del rischio di abbandoni, accumuli ingestibili presso gli operatori (autofficine, stazioni di servizio, gommisti) e proprio questa va combattuta.
 

Giovanni Corbetta, direttore generale Ecopneus, rivolge un appello agli automobilisti:  «E’ necessario che gli italiani assumano una coscienza civica, cosicchè il problema dell’abbandono non corretto dei rifiuti sparisca definitivamente e oltretutto nel lungo periodo ci saranno dei vantaggi economici perché i costi nascosti di gestire i recuperi, bonificare i terreni, domare gli incendi gravano sul cittadino come tasse». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino