Mai come in questo ultimo periodo si parla di arte e moda, moda e cultura, moda e musica come binomi irrinunciabili; l’immateriale frivolo e l’immateriale immaginifico si raccontano l’un l’altro, uniti dalla volontà di artisti e di para-artisti quali potremmo definire gli stilisti oggi di alzare il tono di ciò che fantasia propone e legge del consumo rende tangibile.
Che la moda sia una forma d’arte, un artigianato artistico che può anche toccare vertici importanti è un fatto che da sempre sta alla base dell’ intramontabilità della moda come occasione di relazione, oggetto di comunicazione , l’irrinunciabile inutile che questa dimensione rappresenta per l’uomo fin dai tempi in cui un tatuaggio, un segno, una piuma stabilivano un’appartenenza al gruppo o un grado d’autorità. Non era solo il segno o la piuma, l’oggetto della distinzione ma il modo in cui essi venivano foggiati ovvero “la moda”. Ai nostri giorni quei distintivi di appartenenza si chiamano griffes, sono la firma dell’autore (leggi lo stilista) che contrassegna il modo di proporsi al prossimo , ovviamente da parte di cultori della moda o fashion victims che fanno di una moda o di un modo un valore aggiunto. Sono coloro peri quali un prodotto griffato basta da solo a consentire patente di inserimento , di conquista sociale, di identità.
La necessità di elevare l’oggetto di moda da parte dei creatori di tutto ciò che viene destinato all’abbigliamento a proposta “d’arte” ha prodotto l’avvicinamento delle griffes più sensibili a manifestazioni o dediche nobilitanti. L’occhiolino alla cultura, per restare nel nostro tempo , è cominciato dai signori della moda nella seconda metà del Novecento: nomi storici come Emilio Pucci, come Roberta di Camerino, come Raffaella Curiel che dagli anni Ottanta ha affidato la sua ispirazione a grandi artisti di ogni tempo; o Laura Biagiotti con il suo volo futurista che ci ha regalato momenti moda “alla Boccioni” , stampe Balla, supporti colti forti anche della superba collezione futurista della stilista romana. Gli esempi che vedono l’arte e la moda a braccetto sarebbero molti : ultima in ordine di tempo OVIESSE che ha realizzato un’intesa culturale “Arts of Italy” al cui lancio è stato associato un concerto di Giovanni Allevi e al cui nastro di partenza si è collegata la collezione speciale che ospita tessuti stampati su motivi suggeriti da antichi mosaici : dalla volta del Mausoleo ravennate ai mosaici della Cattedrale di Salerno, di antichi monumenti, della scala dei Giganti in Palazzo Ducale a Venezia. E un incontro d’arte si prepara anche per Saverio Moschillo che nel contesto di “Napoli è di moda” rappresenterà la collezione Richmond come testimonianza di alta caratura stilistica italiana.
E se di moda e cultura vogliamo parlare a lettere maiuscole è ancora una volta il tempo di Cucinelli, del messaggio che affonda nelle radici dell’Umanesimo tradotto dallo stilista-filosofo in un modo più ancora che una moda vincenti. L’appuntamento con la nostra storia si affida con la firma di Cucinelli a quei cataloghi che diventano preziosi volumi da biblioteca d’antan con note e immagini che rimandano all’alba del Medioevo, agli affreschi, agli intarsi preziosi che raccontano collezioni di grande suggestione e attualità. L’ultimo catalogo pubblicato si snoda tra i quattro punti cardinali per concludersi con “everywhere” : modelli di abbigliamento che non conoscono tempo.
Ultimo aggiornamento: 00:51 © RIPRODUZIONE RISERVATA
MODI E MODA di
Luciana Boccardi