Adriano De Grandis
OGGETTI DI SCHERMO di
Adriano De Grandis

Cannes 77, giorni 1 e 2. Tra dannati in guerra
un Concorso al via con le donne in campo

Giovedì 16 Maggio 2024

Cannes pronta di nuovo a farsi desiderare, anche se al momento quello che manca di più è il sole. Sembra ottobre. Al via festival e Concorso.

LE DEUXIÈME ACT di Quentin Dupieux (Fuori Concorso) – Quattro personaggi, che poi diventano cinque, si ritrovano in mezzo alla campagna, in una specie di ristorante che prende il nome dal titolo del film. Ma ben presto la vita reale irrompe. Il festival si apre nel segno caustico e grottesco di Dupieux, anche se stavolta mitiga gli eccessi, costruendo una imprevedibile connessione tra realtà e finzione, rovesciando anche il ruolo che ognuno ha nella vita, e portando tutto questa confusione a creare situazione comiche, come il film in questione girato da un’intelligenza artificiale. Esilarante come sempre, imperdibile la variante “comica” col ristoratore che entra in crisi nel versare il vino, si ritaglia anche due lunghissimi piani sequenza e un post-finale teorico. Cast eccellente: Léa Seydoux, Vincent Lindon, Luois Garrel e il giovane, ma ormai affermato Raphaël Quenard. Voto: 6,5.

DIAMANT BRUT di Agathe Riedinger (Concorso) – Liane è una ragazza irrequieta, che sogna di avere successo. Ha un seno indubbiamente pronunciato, vive in un ambiente familiare e sociale piuttosto difficile (madre disoccupata, una sorella più piccola), va in giro con le amiche,  è attratta dalla cosmesi e da ciò che la può rendere bella, ha voglia di divertirsi. Un giorno viene contattata da un’agenzia che cura i casting per un famosa reality e che ha apprezzato il video di prova che Liane ha mandato. Il debutto di Agathe Riedinger, unica opera prima arrivata fino al Concorso, non è particolarmente originale nella storia che racconta, ma per come sa misurare, a tratti in modo sorprendente per un’esordiente, disperazione e lirismo, come nella complicata storia affettiva che Liane (una convincente Malou Khebizi) intraprende con Dino. Voto: 6,5.

THE GIRL WITH THE NEEDLE di Magnus Von Horn (Concorso) – Dal regista svedese Magnus Von Horn arriva la prima palla del festival. Racconta la storia vagamente incentrata su un fatto di cronaca che scosse la Danimarca nei primi anni del Novecento, nel quale una serial killer uccise diversi neonati, avuti da donne povere in un giro di adozioni clandestine. La storia è raccontata attraverso Karoline, una giovane donna che crede di aver perso il marito in guerra, che fa innamorare il suo datore di lavoro e che infine lavora a servizio dall’infanticida. In un cupa, mesta e volutamente sgradevole messa in scena dell’epoca, con un bianco e nero mortifero, Von Horn sembra compiacersi di tanto dolore, senza mostrare mai pietà per nessuno, mostrandone i lati più insanamente ambigui, che rivela con un tocco spesso greve, anche quando vorrebbe richiamarsi a citazioni illustri, come il lynchano Elephant man. Voto: 4.

I DANNATI di Roberto Minervini (Un certain regard) - Nell’attesa di una battaglia, un gruppo di volontari dell’Esercito nazionale durante la Guerra di Secessione americana s’interroga sul senso della vita. Nell’unico film i"taliano" in gara della seconda sezione del festival, Minervini rovescia il suo cinema, portando la finzione in primo piano con uno sguardo documentaristico: ne esce un western esistenziale, dove i corpi e le armi scandiscono il ritmo dell’attesa e dell’azione, come fosse un Deserto dei Tartari, ma non stanziale. Racconta la nascita di una Nazione, scarnificando al massimo ogni aspetto, di fatto portando la guerra a una rappresentazione quasi astratta. Se la prima parte stenta un po’ a catturare l’interesse, dalla battaglia vera e propria (pochi minuti) “I dannati” acquista forza e necessità e passando per qualche insistito simbolismo arriva a un finale che si avventura in una speranza che forse oggi è più improbabile di allora. Voto: 6,5.

 

Ultimo aggiornamento: 15:27 © RIPRODUZIONE RISERVATA