Il decreto Superbonus, che ha ricevuto il via libera dalla commissione Finanze del Senato e attende ora l’approvazione dell'aula con il voto di fiducia (in programma oggi, giovedì 16 maggio), introduce diverse novità significative per il settore edilizio. Tra le principali modifiche, troviamo l’estensione del periodo di detrazione delle spese a dieci anni e una riduzione graduale delle agevolazioni per le ristrutturazioni a partire dal 2028. Se dovesse passare il via libera a Palazzo Madama, il Decreto legge passerà all'esame della Camera.
Detrazioni ripartite in dieci anni
Una delle modifiche più rilevanti riguarda la ripartizione delle detrazioni fiscali. A partire dal 2024, le spese relative a Superbonus, bonus barriere architettoniche e Sismabonus (incluso il Sismabonus acquisti) dovranno essere ripartite in dieci anni, invece che nei quattro o cinque anni attualmente previsti. Questa nuova ripartizione si applica solo all’utilizzo diretto delle detrazioni in dichiarazione e non coinvolge i crediti d’imposta derivanti da cessione o sconto in fattura. Le imprese che hanno acquisito crediti tramite sconto in fattura potranno continuare a utilizzarli secondo l’attuale ripartizione.
Stretta sulle ristrutturazioni
Per chi ha già iniziato a beneficiare delle detrazioni per il bonus casa, la normativa introduce una strada a senso unico: non sarà più possibile cedere le rate residue delle detrazioni, che dovranno essere utilizzate in dichiarazione negli anni successivi. Questa restrizione si applica a tutti i bonus cedibili, tra cui Superbonus, Ecobonus e Sismabonus.
Taglio del bonus ristrutturazioni
A partire dal 2025, il bonus per le ristrutturazioni subirà un taglio significativo. L’aliquota della detrazione scenderà dal 50% al 36% e, dal 2028 al 2033, ulteriormente al 30%. Inoltre, il tetto di spesa ammissibile per la detrazione sarà ridotto da 96.000 a 48.000 euro. Questa misura rappresenta un primo passo verso la riduzione delle tax expenditures nel settore edilizio. Attualmente lo sconto è del 50% fino al 31 dicembre di quest’anno.
Stop alle compensazioni per le banche e crediti a prezzi stracciati
Dal 1° gennaio 2025, le banche, gli intermediari finanziari e le imprese di assicurazioni non potranno più compensare i crediti d’imposta derivanti da bonus fiscali con i contributi previdenziali e assistenziali dovuti. In caso di violazione, è previsto il recupero delle somme indebitamente compensate con interessi e sanzioni amministrative. Per contrastare l’usura, dal 2025, le banche, assicurazioni e intermediari che acquistano crediti a un corrispettivo inferiore al 75% dell’importo delle detrazioni dovranno ripartire le rate in sei quote annuali, senza possibilità di ulteriori cessioni. Questa norma si applica ai crediti generati dal maggio 2022.
Deroghe per i comuni terremotati
L’emendamento del governo prevede deroghe specifiche per le aree colpite da eventi sismici.