La «vendetta» dell'Iran nei confronti di Israele, dopo l'uccisione da parte dello stato ebraico di alcuni alti ufficiali Pasdaran nell'ambasciata di Damasco, si compirà con un attacco indiretto. Lo riferisce la Cnn, dopo aver sentito fonti di intelligence americana. Teheran avrebbe infatti esortato i suoi gruppi di miliziani a lanciare simultaneamente un attacco su larga scala contro Israele, usando droni e missili. Un attacco che potrebbe partire già questa settimana. Teheran teme una drammatica escalation - dicono le fonti - e non vuole dare agli Stati Uniti o ai suoi alleati una scusa per attaccare direttamente l'Iran.
L'Iran e l'attacco "indiretto" a Israele
Da chi dovrà difendersi dunque Israele? Gli indiziati numero uno a condurre l'attacco sono certamente gli Hezbollah del Libano.
Chi sono i miliziani
Ma milizie filo-iraniane non si trovano solo in Libano. Fra Iraq e Siria opera Kataib Hezbollah, un gruppo molto numeroso e strutturato, in passato al centro di scontri con i contingenti statunitensi. E in Yemen ci sono gli ormai temutissimi Houthi, i ribelli che stanno intralciando il commercio delle navi occidentali nel Mar Rosso.
«L'asse della resistenza»
Si tratta per lo più di formazioni sciite, che hanno come riferimento la rivoluzione iraniana del 1979. L'Iran ha ampliato la propria influenza sul Medio Oriente finanziando e armando gruppi politico-militari in diversi paesi dell'area, con l'intento di creare quello che i generali iraniani definiscono un «asse della resistenza», ovvero un'alleanza capace di contrastare gli Stati Uniti e Israele. Di questo complesso di alleanze fa parte anche Hamas in Palestina, pur essendo un gruppo sunnita.