​Il giornale, il linguaggio e la sensibilità dei lettori

Mercoledì 4 Giugno 2014
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Caro direttore,

apprezzo la pacatezza e l'equilibrio delle sue risposte; un po' meno qualche malcelato equilibrismo del suo giornale. Esemplare quello di sabato scorso: a pag. 11, un corposo articolo sul matrimonio di una coppia gay, riconosciuto da un sindaco (di destra), con la superflua foto dei due che si baciano sulla bocca; a pag. 17, un ampio articolo sulle valli da pesca, inquinate dalla "m..." degli uccelli, dove (chiosa il giornalista) 'm' non sta per melma, ma per deiezioni, driblando così con eleganza la "parolaccia", giudicata sgradita ai lettori più pudichi, che Don Milani sdoganò nel 1967 quando la usò come termine di comparazione nientemeno che con "la scuola", nella famosa "Lettera a una professoressa".



Secondo me i due articoli, con la loro incoerenza stilistica, sono un esempio di equilibrismo e opportunismo, forse giornalisticamente corretti ma politicamente scorretti, in quanto ammiccano furbescamente: il primo ai lettori di sinistra (modernisti, aperti, antiomofobi); il secondo ai lettori di destra, i "perbenisti", contro la cui più o meno velata ipocrisia ha fieramente battagliato il Priore di Barbiana.




Domenico Ceoldo

Vigonza (Padova)



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Caro lettore,

le sue osservazioni mi sembrano un po' severe, ma non mi sottraggo alle critiche, soprattutto quando sono acutamentate argomentate come nel suo caso. Il punto da cui partire però non può essere semplicemente il proprio, personale punto di vista. Il Gazzettino è un quotidiano popolare e assai trasversale, letto cioè da persone molto diverse per impostazione politica, formazione culturale ed etica. Nella produzione del giornale è doveroso tenere conto delle sensibilità di tutti, anche se questo non è affatto semplice e soprattutto non è sempre possibile. Lei, per esempio, considera sdoganata, cioè utlizzabile senza problema alcuno, il sinonimo di escremento che noi abbiamo invece indicato con m.... E ricorda a questo proposito l'autorevole citazione di don Milani in "Lettera a una professoressa". Potremmo ricordare anche Pero Manzoni che nel 1961 creo la famosissima opera "M... d'artista", traducendo tra l'altro in molte lingue il titolo della sua provocatoria opera d'arte. Insomma i precedenti illustri non mancano.



Eppure, nonostante ciò, ci sono lettori che, legittimamente, non apprezzano l'uso esplicito sul "loro" quotidiano di determinati termini. Secondo lei sono pudichi perbenisti? Non lo so. In ogni caso mi sembra giusto rispettare anche la loro sensibilità e usare qualche accortezza linguistica, che, tra l'altro, nulla toglie alla comprensione del testo: e alla fine questo, in un giornale, è ciò che davvero conta. Quanto alla foto del bacio gay, lei la definisce superflua: terremo conto di questa sua opinione. Non ci vedo però nulla nè di furbo, nè di opportunistico nè tantomeno mi sembra un omaggio al "politicamente corretto". È semplicemente un'immagine a corredo di un articolo. Mi chiedo: la reazione sarebbe stata la stessa se la foto avesse ritratto una coppia eterosessuale?
Ultimo aggiornamento: 15:44