Roma, la contessa ungherese denuncia il marito nobile: «Voleva uccidermi con un martello, ho le prove»

Atteggiamenti aggressivi che hanno spinto Ginevra a temere per la propria incolumità e a munirsi di uno spray al peperoncino

Sabato 20 Aprile 2024 di Giulio Pinco Caracciolo
Roma, la contessa ungherese denuncia il marito nobile: «Voleva uccidermi con un martello, ho le prove»

«È stato il secondo tentativo di omicidio da parte di mio marito», grida in aula Ginevra (nome di fantasia), la contessa di origine ungherese ascoltata in audizione protetta a piazzale Clodio.

Scortata da tre guardie del corpo e assistita dall'avvocato Imma Conti, punta il dito contro il marito, fondatore di una delle aziende internazionali leader nel settore della telemedicina. Ma nel capo d'imputazione l'accusa è maltrattamenti, non tentato omicidio. Vari gli episodi di violenza verbale e fisica contestati dagli inquirenti nei quali la vittima dichiara «di aver dovuto subire insulti e mani al collo nel tentativo di strozzarla». Atteggiamenti aggressivi che hanno spinto Ginevra a temere per la propria incolumità e a munirsi di uno spray al peperoncino da tenere sempre a portata di mano per qualsiasi evenienza.

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LA LITE
Ma è su un episodio in particolare che gli inquirenti vogliono vederci chiaro, quello della mattina del primo marzo 2021 quando nel loro attico di Roma in via Cortina d'Ampezzo - a due passi da Ponte Milvio - succede l'irreparabile. Tutto inizia alle 8 del mattino con l'arrivo del domestico di origine filippina. La contessa e l'imputato sono svegli da poco ma gli animi sono già parecchio surriscaldati da una lite della sera precedente durante la quale, secondo la vittima, lei avrebbe ricevuto minacce e insulti umilianti. «Ho detto a mio marito se volesse la colazione - testimonia in aula Ginevra - ma lui mi ha risposto di chiudere la bocca e andarmene, poi ha iniziato a inveirmi contro per le casse d'acqua». E proprio queste bottiglie, ammassate nel piccolo studio dell'imputato, saranno la miccia della discordia. «Ha chiesto al domestico di aiutarlo a spostarle - continua Ginevra - ma in realtà quello non era il momento giusto per farlo e allora lui ha iniziato a scaraventarle fuori dallo studio». Un mancato aiuto che innesca nell'uomo una reazione incontrollata, almeno secondo gli inquirenti. Una provocazione bella e buona secondo la difesa.


L'ARMA
«Ad un certo punto ho visto che è tornato dentro il suo studio - racconta la vittima - e ha iniziato a rovistare dentro i cassetti della scrivania, ha aperto l'ultimo e ha tirato fuori un martello». Ed è proprio su questi pochi istanti che si concentrano le ricostruzioni in aula. La donna denuncia «di aver visto uscire dallo studio il marito con il martello in mano e con il braccio alzato nell'atto di colpirla», si legge nel capo d'imputazione. «Era una furia - racconta Ginevra - e mi stava venendo incontro, è stato il secondo tentativo di omicidio da parte di mio marito, signor giudice». Ma tale accusa non è mai stata contestata dalla Procura.
Pochi secondi nei quali tutto cambia. Secondo la ricostruzione di quanto accaduto in quell'appartamento, decisivo è proprio l'intervento del domestico che riesce a bloccare da dietro l'uomo imbestialito. In realtà quella che va in scena è un'azione simultanea tra il cameriere e la contessa. Mentre uno gli salta addosso, l'altra gli spruzza in faccia una grande quantità di spray al peperoncino. L'imputato lascia la presa del martello che cade a terra, grida in preda al bruciore e corre via rifugiandosi in bagno. La contessa nel frattempo provvede subito a documentare con numerose fotografie tutti i dettagli della scena del presunto crimine, compresa l'arma bianca sul pavimento e le famose casse d'acqua. Immagini depositate e al vaglio dei giudici. Poi, ancora agitata, chiama gli agenti del commissariato di Ponte Milvio per sporgere denuncia.
All'imputato verrà imposta la misura cautelare del divieto di avvicinamento con braccialetto elettronico e nell'attico di via Cortina d'Ampezzo non metterà più piede.

Ultimo aggiornamento: 15:10 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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